L'idea è di Carlotta Costanza, palermitana trapianta ad Amsterdam che, assieme ad altre due amiche entrambe di Palermo, ha deciso di realizzare un passatempo che amalgamasse la cultura millenaria dell'Isola con alcuni dei suoi prodotti da tavola: dai dolci tipici ai capperi di Pantelleria e i pomodori di Pachino
SIKULeat, la cucina siciliana a portata di gioco «Volevo unire la storia e i sapori della mia terra»
«Perché non unire la passione per la Sicilia e il cibo in un gioco da tavolo?». È questa la domanda che si è posta Carlotta Costanzo, palermitana trapiantata ad Amsterdam, quando lo scorso agosto stava giocando a Risiko in una serata estiva. Ecco che nasce l’idea di SIKULeat, gioco da tavolo tutto siciliano, che proprio sulla Sicilia basa la sua esperienza e che sta cercando di emergere sul mercato grazie a un crowdfunding che si sta svolgendo in queste settimane su Eppela. «Era la fine di agosto – racconta Costanzo – e stavo facendo una partita con un gioco da tavolo. Come spesso succede in queste serate con amici c’era qualcosa da mangiare: cannoli, cassatelle e, in quel momento, mi è venuta l’idea di utilizzare proprio quei dolci tipici siciliani in un gioco che unisse la cultura e i prodotti di questa terra con la cultura delle dominazioni che l’hanno caratterizzata».
A questo punto, avuta l’idea, era il momento di realizzarla con un «design fichissimo». Entrano così in scena due amiche di Carlotta, entrambe palermitane. Costanza Li Vigni, designer a Milano, e curatrice della veste grafica del gioco e Costanza Caminita. «Noi tre – continua Costanzo – siamo il core team di sviluppo, ma ci sono tante altre persone che ci hanno aiutato e continuano a collaborare con noi. Abbiamo avuto il supporto di alcuni amici per sperimentare le meccaniche di gioco e due settimane fa abbiamo ottenuto il primo prototipo».
Scopo del gioco è quello di accaparrarsi le 36 risorse alimentari nel territorio siciliano attraverso scambi commerciali, impersonando una delle sei dominazioni storiche che hanno interessato l’isola: greci, romani, arabi, normanni, svevi e spagnoli. Attraverso il tiro dei dadi e le monete «per enfatizzare l’aspetto commerciale delle partite», si accede alle risorse, che combinate permettono di raggiungere uno degli obbiettivi, tra cui quello della creazione di un menù, o il controllo di un certo quantitativo di quella risorsa. Così può capitare di ritrovarsi in possesso dei capperi di Pantelleria, della manna madonita o dei pomodori di Pachino cercando di utilizzarli per creare dei tipici piatti siciliani e vincere.
«La particolarità – prosegue Costanzo – è che abbiamo creato il gioco bilingue, sia in italiano che in inglese. Speriamo che possa diventare un acquisto che il turista fa per portare un po’ dei prodotti culinari siciliani a casa. Abbiamo anche aperto alcuni canali con alcuni ristoranti ad Amsterdam per commercializzarlo perfino nei Paesi Bassi sperando che per dicembre riusciremo a confezionare le prime copie».
La scatola del gioco verrà prodotta da una azienda cartotecnica al raggiungimento del budget previsto di 10 mila euro per le prime mille copie, che verranno raccolti attraverso una raccolta fondi su internet in circa un mese. «Stiamo cercando – annuncia Carlotta Costanzo – di raccogliere le risorse necessarie alla produzione e distribuzione delle prime scatole e siamo arrivati a circa 2 mila euro. Le donazioni sono libere e con una spesa di almeno 25 euro si acquista anche una copia che arriverà entro Natale».