Sicilia, la truffa legalizzata dell’immondizia

da Salvatore Petrotto
ex Sindaco di Racalmuto
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Quanta fatica costa dire la verità? Quanti rischi si corrono nel dire la verità? Le illegalità che riguardano la gestione dei rifiuti a Racalmuto, così come ad Agrigento ed i altri 17 Comuni sono assai chiare e sono state denunciate dal sottoscritto alla Procura della Repubblica di Agrigento.

Appalti illegali per 300 milioni di euro in 5 anni, senza espletare alcuna gara ed assicurando un servizio che, oltre ad essere illegale, è il più caro d’Italia. Oltre alla legalità beffata, i danno, se è vero che questo pessimo servizio sta provocando il fallimento di tutti i centri interessati da questa disastrosa gestione.

Il fatto che lo Stato e la Regione siciliana abbiano tagliato, negli ultimi anni, almeno il 50 per cento dei trasferimenti finanziari a tutti gli enti locali, assestando un ulteriore colpo alle finanze di tutti i Comuni italiani è altrettanto noto a tutti.

Eppure c’è qualcuno che, ancora oggi, intende speculare sulle disgrazie di Racalmuto, causate da una manica di manipolatori di queste sacrosante verità. Se in un Comune si sostiene che ci sono troppi dipendenti e che pertanto bisogna aumentare le tasse, si dice ancora un’altra cosa falsa!

Il Comune di Racalmuto, con i suoi 80 dipendenti a tempo indeterminato, è al di sotto della dotazione organica prevista dalle leggi vigenti che prevedono, grosso modo, un impiegato ogni 100 abitanti.

Se si dice che i lavoratori precari che sono 140 di cui 70 senza contratto e che percepiscono 500 euro al mese, gravando su bilancio del Comune, si dice un’altra enorme e madornale falsità!

Il Comune di Racalmuto, per settanta di loro, paga un’assicurazione il cui costo, complessivamente, per ogni anno, ammonta a sedicimila euro. Mentre per gli altri settanta precari compartecipa al pagamento della loro retribuzione che ammonta, complessivamente, a 100 mila euro l’anno, mentre il restante 90 per cento dei costi di tale personale è a carico della Regione.

In altri termini, con il costo di tre dipendenti di ruolo e cioè poco più di 100 mila euro l’anno, il comune di Racalmuto ha garantito tutti quanti i servizi comunali, usufruendo di 140 lavoratori!

Se il Comune di Racalmuto, come avveniva in passato, ad esempio per l’assistenza agli anziani od ai disabili, o per la manutenzione dell’impianto di pubblica illuminazione, del verde pubblico e per gli altri servizi comunali, quali il trasporto pubblico o la custodia e pulizia del Teatro o del Castello Chiaramontano od ancora per il servizio di vigilanza urbana, facesse ricorso a delle ditte esterne anziché agli impiegati comunali ed ai lavoratori precari, sarebbe costretto a spendere qualche milione di euro all’anno in più!

Invece, ad oggi, e da oltre 15 anni a questa parte, praticamente quasi a costo zero, vengono assicurati tutti quanti i servizi pubblici, grazie all’apporto ed al lavoro degli impiegati comunali, quelli precari e quelli di ruolo.

Eppure c’è qualcuno che ancora insiste col dire che il Comune di Racalmuto si è indebitato a causa dei troppi dipendenti. Cosa assolutamente falsa! Semmai è avvenuto l’esatto contrario!

Si tace sul fatto che l’illegale gestione dei rifiuti ci costringe a pagare il costo del servizio il quadruplo della Lombardia e della Toscana! Mio fratello a Lucca, in Toscana, paga una tassa sui rifiuti di 140 euro l’anno. Noi, a Racalmuto, siamo costretti a pagare in media 700 euro all’anno a famiglia. Per non citare le aziende e le attività commerciali, costrette a pagare fior di migliaia e migliaia di euro l’anno!

Riguardo al debito del Comune di Racalmuto che è poca cosa rispetto ad Agrigento, Licata, Comiso, Palermo, Catania, rispetto cioè a tutti i Comuni siciliani, lo ribadisco: se Stato e Regione hanno tagliato al Comune di Racalmuto, improvvisamente, un milione e mezzo di euro ogni anno negli ultimi 6 anni, è chiaro che i conti non possono mai e poi mai quadrare.

Se a questo aggiungiamo la fregatura, causata dalla gestione illegale da parte dell’Ato rifiuti, che ha provocato un buco nel bilancio del Comune di Racalmuto di altri 600 mila euro l’anno, capite benissimo che è difficile, se non impossibile, approvare un bilancio senza portare alle stelle le tasse comunali, così come è avvenuto ad opera dei commissari inviati dal Ministero dell’Interno.

Ricapitolando, tra i danni economici provocati dall’Ato rifiuti e i minori trasferimenti da parte del Ministero dell’Interno, al Comune di Racalmuto, rispetto al 2006, mancano all’appello qualcosa come due milioni di euro l’anno.

Sfido chiunque a fare quadrare i conti, in una situazione del genere! Un disastro, come ben potete notare,causato dallo Stato centrale e da una cattiva ed illegale gestione del ciclo dei rifiuti, da me denunciata alla Procura della Repubblica di Agrigento all’inizio dello scorso anno.

 

Redazione

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