Sicilia, depuratori in tilt e mare inquinato

Sbarca in Sicilia Goletta Verde, la nave di Legambiente che vigila sulla pulizia del nostro mare. La notizia è riportata dal sito www.palermo.repubblica.it. Goletta Verde ha, anche, il compito di monitorare la ‘cementificazione’ e il consumo di suolo.

Sono stati effettuati, in totale, ventiquattro prelievi di cui dodici hanno dato esito negativo. L’esito delle analisi ai campioni prelevati dimostra come il mare in Sicilia è, per il cinquanta per cento, fuori legge. Quali sono i punti critici che emergono dai rilievi? Principalmente le foci dei fiumi e gli scarichi. Ciò è in buona parte dovuto alle carenze depurative: i reflui, infatti, sono trattati in maniera insufficiente e ciò avviene non solo nei Comuni situati sulla costa (che ospitano lo sbocco dei fiumi), ma anche in quelli dell’entroterra.

La situazione peggiora di anno in anno, sostengono gli ambientalisti; e a ciò si aggiunge che si sono rivelati insufficienti gli strumenti utilizzati per ovviare alla già gravissima condanna, subita da parte dell’Unione Europea, per l’inadempienza della Direttiva n.271/91 sul trattamento dei reflui urbani.

La situazione dei Comuni siciliani aggrava, di molto, la media nazionale, già preoccupante: essi costituiscono, infatti, ben il 52% dei Comuni italiani condannati. E, perdipiù, pare che la situazione sia destinata a non sbloccarsi: i fondi Cipe, 1,1 miliardi di euro, in scadenza a Dicembre di quest’anno, non solo non sono stati spesi ma, quel che di peggio, non possono essere spesi perché mancano i progetti. Ed è proprio su questo punto che Legambiente fa un appello (a cui dovrebbe unirsi la società civile, aggiungiamo noi) per una adeguata progettazione per l’utilizzo di questi fondi: ciò al fine di tutelare il mare ed il sistema fluviale.

Battistrada, purtroppo negativamente, in questa analisi sulla situazione costiera siciliana è, ancora una volta, Palermo, insieme con la sua provincia. Nodi critici si sono rivelati, per il capoluogo dell’Isola, presso la Tonnara Bordonaro (c’è il tubo di scarico sulla spiaggia) e alla Bandita (in via Messina Marine, di fronte l’ospedale). Dati negativi sono emersi a Terrasini e a Termini Imerese, nell’area del porto.

A Messina tutti i rilievi hanno dato lo stesso esito: i campionamenti sono risultati entro i limiti di legge. Ciò non significa che il mare non è inquinato. Ci sono. è vero, aree dove il mare non è inquinato, ma ce ne sono altre inquinate, con una presenza di batteri che non è quella, piuttosto elevata, che si riscontra in alcune aree di Palermo.

A Catania è risultato particolarmente inquinato il tratto di costa che si snoda nel Comune di Caltabiano. Qui i problemi sono provocato dalla foce del fiume Alcantara. Questo è un paradosso: l’Alcantara, infatti, è l’unico Parco fluviale istituito dalla Regione siciliana. ma e acque di questo fiume, pur essendo un’area protetta, sono inquinate (in buona parte a causa degli scarichi di alcuni Comuni privi, tanto per cambiare, di depuratori).

A Siracusa non mancano i tratti di mare inquinato. I prelievi effettuati hanno rilevato inquinamento presso la foce del canale Grimaldi e nell’area costiere del Comune di Priolo. Entro i limiti di legge l’inquinamento riscontrato dalle parti di Noto marina e della Riserva naturale di Vendicari. Ovviamente, in provincia di Siracusa, rimane non risolto il problema del mercurio che giaca sotto la sabbia della rada di Augusta che nessuno sa come disinquinare, al di là di progetti faraonici che, da oltre uin decennio rimangono sulla carta.

Ragusa si conferma una delle province con le coste meno inquinate della Sicilia. Qualche problema è stato riscontrato solo alla foce della fiumara Modica, nel Comune di Scicli.

Non c’è nemmeno bisogno di ricordare l’inquinamento del mare di Gela, in provincia di Caltanissetta. Problemi sono stati riscontrati presso la foce del fiume Gattano, in località Macchitella. Ma il vero probema di Gela è lo stabilimento petrolchimo, fonte continua di inquinamento ambientale. Nelle scorse settimane, com’è noto, è stato registrato uno sversamento di idrocarburi in mare. Una vicenda sulla quale è calato il silenzio.

In provincia di Trapani un preoccupante inquinamento della costa è stato registrato a Marinella di Selinunte, ovvero in una delle zone turistiche di Castelvetrano. L’inquinamento è presente nei pressi del depuratore. A nostro avviso, a rischio è anche la Riserva naturale Foce del fiume Belice. Per un motivo semplice: perché Selinunte si trova a Ponente della Riserva naturale e, da quelle parti, spira quasi sempre mil vento di Ponente.

Critica la situazione ad Agrigento. Su tutti i fronti. L’emergenza depurativa qui è gravissima. Sulle colonne di questo giornale ci siamo occupati dell’assenza di un depuratore. Abbiamo, grazie alla lettera dell’ex sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto, svelato i particolari della vicenda della mancata realizzazione del depuratore di Villaggio Peruzzo. Beghe politiche e personali hanno bloccato un’intera città, determinando la Procura a chiedere anche il sequestro di un tratto di mare. In attesa che la politica si svegli, che i finanziamenti vengano sbloccati, ci teniamo, di malavoglia, i nostri tristissimi primati, sperando in un futuro migliore.

Nel complesso, il dato di fondo più importante che emerge è quello legato all’insufficienza depurativa, già rilevato dall’Istat nel 2008, con il quale la Sicilia si è classificata tristemente prima in Italia. Addirittura la ‘scure’ dell’Unione Europea, che si è abbattuta su 57 Comuni dell’Isola, si è rivelata ancora più amara, perché ben 27 di questi agglomerati mancavano (e mancano ancora oggi) di rete fognarie.

Il tutto, chiosa Legambiente, pur in presenza di investimenti certi per risolvere il problema.

 

Francesco Vecchio

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