Ancora una volta finisce in guerra tra bande all’interno del centrodestra. E ancora una volta il terreno di scontro è l’Assemblea regionale e in particolare il momento del voto, con delle sedute interrotte a ripetizione da conferenze dei capigruppo, dove il disagio tra compagni di coalizione non fa altro che sublimarsi. Da una parte c’è […]
Manovra e aborto, così il centrodestra si frantuma ancora all’Ars
Ancora una volta finisce in guerra tra bande all’interno del centrodestra. E ancora una volta il terreno di scontro è l’Assemblea regionale e in particolare il momento del voto, con delle sedute interrotte a ripetizione da conferenze dei capigruppo, dove il disagio tra compagni di coalizione non fa altro che sublimarsi. Da una parte c’è la manovrina, l’aggiustamento negli impegni di spesa per cui stavolta, a differenza delle altre, sembra estremamente difficile trovare una quadra, nonostante la presenza a palazzo dei Normanni dell’assessore al Bilancio Alessandro Dagnino, che non è riuscito, quanto meno non ancora, a far accettare a tutti – alleati in primis – un provvedimento che prevede un sostanzioso rimodulamento dei fondi che sarebbero dovuti finire alle infrastrutture.
Un disagio che, come ormai d’abitudine accade, si è riversato sull’approvazione delle norme. E su una materia estremamente delicata per il centrodestra: l’aborto. È infatti passata con 27 favorevoli e 21 contrari, una norma che obbliga le aziende sanitarie siciliane ad assumere medici non obiettori perché si possa garantire una corretta applicazione della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza grazie a concorsi dedicati appunto ai non obiettori. E come sempre a spaccare la partita è stato il voto segreto. Un voto che comunque restituisce una fotografia che vede ancora una volta fratture interne in Forza Italia, uno dei problemi maggiori per Renato Schifani, considerato che oltretutto si tratta del suo partito di appartenenza.
Forza Italia dove continua a essere in discussione il referente regionale, quel Marcello Caruso sponsorizzato proprio da Schifani. La discussione sulla manovrina continuerà, anche se per trovare l’intesa bisognerà sanare delle ferite che si sono acuite con le elezioni di secondo livello per i presidenti e i consigli dei liberi consorzi. Anche per questo al momento la strada appare tutt’altro che in discesa, anche per un tecnico come Dagnino.