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Siamo a mare, il flash mob al Teatro Massimo «Col cambiamento climatico spiagge a rischio»
E dire che piazza Verdi ne ha viste tante. Ma che di fronte al Teatro Massimo si riunissero persone in costume e pareo, con ombrelloni, teli mare e creme solari, materassini e maschere, è stata effettivamente una scena inedita. Che si deve al flash mob organizzato in tutta Italia, nei luoghi simbolo di sei città italiane (oltre a Palermo anche Roma, Napoli, Genova, Venezia e Lanciano) da decine di attivisti della campagna Giudizio Universale. L’iniziativa, organizzata nell’ambito della settimana di mobilitazioni del movimento Fridays For Future e nel giorno di lancio del nuovo rapporto dell’IPCC sull’innalzamento dei mari, vuole creare attenzione intorno ai disastri cui l’Italia e il mondo vanno incontro se la politica non cambia la direzione dello sviluppo.
L’allarme lanciato da scienziati e studiosi riguarda anche la Sicilia: entro il 2050, infatti, il livello del Mar Mediterraneo potrebbe salire in media fino a 20 centimetri e fino a 57 centimetri entro il 2100. A piazza Verdi curiosi e turisti si sono avvicinati agli attivisti, confrontandosi su loro sul cambiamento climatico in atto. «Stiamo cercando di porre all’attenzione locale un tema di portata mondiale – afferma Sergio Baviera – Anche perché le alterazioni del clima ci riguardano in prima persona. È chiaro che praticamente il mare non arriverà davvero fino al Teatro Massimo, lo sappiamo che piazza Verdi è una manciata di metri dal mare, ma la nostra provocazione vuole puntare il dito sugli effetti diretti. Venti centimetri in più di mare vuol dire che tra poco meno di 30 anni, se non facciamo qualcosa, pezzi di spiaggia scompariranno. E in una città in cui il turismo è diventato una priorità, forse anche fin troppo, questo dovrebbe essere un tema da affrontare».
Gli attivisti invitano tutti a partecipare al terzo sciopero mondiale per il clima, che si terrà anche in città venerdì 27 settembre. «Al di là dei proclami e del Green New Deal, noi crediamo che per salvare il pianeta e le future generazioni che lo abiteranno servano politiche nazionali e internazionali che la smettano di depredare le risorse del pianeta e di perpetuare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo – dice Giulia Di Martino – Bisogna cambiare il sistema, non il clima, come dice la piattaforma Fridays for Future. Per invertire il processo dalla Sicilia noi abbiamo scelto di aderire alla campagna Giudizio Universale (https://giudiziouniversale.eu/) che promuove una causa legale contro lo Stato italiano per la sua inazione in merito al cambiamento climatico in atto, affinché si riconosca la gravità della situazione e si prendano immediatamente provvedimenti efficaci. Una campagna che da mesi sta coinvolgendo una fitta rete di comitati territoriali, associazioni e singoli e che vedrà a breve un importante appuntamento anche a Palermo».