Stamattina, le associazioni delle pmi, stanno manifestando tutto il loro dissenso davanti all'assessorato regionale all'Economia. Si sentono ostacolate oltre che abbandonate mentre ingenti risorse vengono dirottate su iniziative fallimentari. In piazza anche i dipendenti delle Province il cui futuro è sempre più a rischio
«Si sprecano miliardi per Formazione e clientelismi» La protesta delle piccole imprese siciliane
«La Regione dovrebbe costruire ponti d’oro verso quegli imprenditori che tentano di resistere sul mercato garantendo lavoro vero. Invece continua a sperperare miliardi di euro in esperienze fallimentari come la formazione, i cantieri di servizio e nuovi bacini di precariato. Iniziative clientelari che hanno distrutto l’economia reale schiacciando imprenditori e lavoratori». Il giudizio sferzante arriva dalla trincea delle pmi siciliane.
A parlare, infatti, è Filippo Ribisi, presidente di Confartigianato Sicilia. Che stamattina, insieme con altre associazioni di pmi, ha organizzato un presidio di protesta davanti alla sede dell’assessorato regionale all’Economia, in via Notarbartolo a Palermo.
Gli imprenditori chiedono misure concrete, come il sostegno al credito, attraverso il sistema dei Confidi, ma anche attraverso i due Istituti regionali che dovrebbero occuparsi di questo: l’Ircac (Istituto regionale per il credito alle cooperative) e la Crias (Cassa regionale per il credito agli artigiani). Istituti che, non solo sono commissariati, quindi limitati nelle loro funzionalità, ma ai quali vengono tolte risorse. E’ il caso della Crias:
«Alla Crias ci sono 300 pratiche già deliberate per un totale di 40 milioni di euro, più altre in attesa di finanziamenti essenziali per la sopravvivenza delle imprese. E invece la Regione che fa? Scippa 19 milioni dal fondo di rotazione per destinarle a spese improduttive».
Insomma, le pmi siciliane, spina dorsale del sistema produttivo siciliano, si sentono non solo abbandonate, ma anche ostacolate.
A protestare, oggi in Sicilia, sono anche i dipendenti delle province. Il cui futuro appare sempre più a rischio, e non è una novità.
Era il 25 Marzo di quest’anno, quando Massimo Greco, esperto di diritto pubblico, dalle pagine del nostro giornale, lanciava l’allarme. Secondo il suo ragionamento, dopo la pasticciata riforma del Parlamento siciliano, questo personale è destinato ad una sicura eccedenza (qui potete leggere l’articolo in questione).
Di mesi, da allora, ne sono passati tanti. Nessuno ha mai affrontato seriamente il problema, che ora, con la complicità dei soliti tagli nazionali, esplode in tutta la sua drammaticità.
Stamattina, in tutte le città siciliane, Palermo inclusa, i dipendenti provinciali stanno protestando con vari sit- in davanti agli enti di appartenenza. Aderiscono alla mobilitazione lanciata da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl.
«Disattendendo ogni confronto – dicono i segretari generali Michele Palazzotto (Fp Cgil), Luigi Caracausi (Cisl Fp) e Enzo Tango (Uil Fpl) – l’esecutivo nazionale conferma la politica dei tagli e dei vincoli sulle assunzioni. Una scelta che mette a rischio non solo le garanzie occupazionali per tutti i dipendenti degli enti, siano essi di ruolo o precari, ma la tenuta dei servizi».