Si allarga la protesta dei dipendenti Enfap Sicilia

LO SNALS CHIEDE ALLA REGIONE SICILIANA DI RAFFORZARE I CONTROLLI PER FAR LUCE SUI MANCATI PAGAMENTI AI LAVORATORI DELLE SPETTANZE

La protesta dei dipendenti dell’Enfap Sicilia prosegue e si espande a macchia d’olio. Chiesto l’intervento dell’amministrazione regionale al fine di conoscere la situazione relativa al mancato pagamento dei lavoratori del citato ente.
Ad avanzare la richiesta lo Snals Confsal che in una nota invita l’assessore regionale alla Formazione profressionale, Nelli Scilabra, e la dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale ad interim del settore, ad attivare tutti gli atti necessari, affinché l’ente di formazione Enfap Sicilia possa attenersi allo scrupoloso rispetto del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro anche in materia di pagamenti al personale.

Il sindacato pone in evidenza il fatto he i lavoratori dell’Enfap Sicilia, nonostante regolarmente in servizio, si trovano a tutt’oggi in posizione creditoria per 9 mensilità. Spettanze maturate dal giugno 2013 ad oggi inclusa la tredicesima mensilità.

L’intervento del sindacato si è reso necessario dall’insofferenza dei lavoratori stanchi della solita cantilena sui finanziamenti che arrivano ma non si vedono. E’ mortificante assistere al ping-pong tra Regione siciliana e Enti formativi che si rimbalzano le accuse sui pagamenti.

Non tutta la verità è stata detta sulla rendicontazioni. Un tema scottante sul quale nessuno azzarda commenti o dichiarazioni. Quella delle rendicontazioni finali sulle attivita’ completate è una piaga dove in tanti hanno sguazzato per tenere al guinzaglio gli enti formativi.

Intanto, dopo i lavoratori delle province di Agrigento e Trapani dell’Enfap, hanno deciso di scioperare anche i dipendenti delle sedi ubicate nel Catanese e nel Messinese. Il Governo regionale schiacciando gli enti e soffocandoli con un intreccio di ritardi nell’erogazione dei finanziamenti, nelle rendicontazioni e nelle aggressioni patrimoniali con la “sanguisuga” delle integrazioni sembra aver spinto i lavoratori a rivoltarsi contro gli enti di appartenenza per accelerare l’impalcatura volta a destrutturare il sistema.
Non sarebbe stato più semplice trasferire tutti i lavoratori al Ciapi di Priolo e chiudere il rubinetto dei finanziamenti? Dell’incapacità di amministrare il sistema formativo parlanio i fatti. Dall’8 giugno ad oggi i lavoratori garantiscono la prestazione lavorativa senza vedere un solo euro di dtipendio. Ogni parola e’ superflua.

Giuseppe Messina

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