Serradifalco, viene ripreso mentre dà fuoco ad auto Nel mirino un avvocato. Quattro persone arrestate

I carabinieri di Caltanissetta, su disposizione del giudice per le indagini preliminari, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro persone. Una è finita in carcere, mentre gli altri tre ai domiciliari. Le accuse sono di incendio in concorso, furti aggravati continuati in concorso, violazione di domicilio e indebito utilizzo di carte di credito a pagamento. Destinatario della misura cautelare in carcere è stato Vincenzo Li Calzi, 47 anni, mentre il regime dei domiciliari è stato previsto per Giuseppe Brunco, 41 anni, Selene Noemi Capasso, 22 anni, e per la 41enne Lina Licata, tutti, con precedenti a carico.

Le attività degli inquirenti sono iniziate dopo l’incendio a due auto e della casa, in contrada Perito di Serradifalco, in provincia di Caltanissetta, di proprietà di un avvocato. L’incendio è stato ritenuto subito di natura dolosa dopo che sul posto sono stati ritrovati tre contenitori di plastica utilizzati per trasportare il liquido infiammabile. L’episodio inoltre è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza.

Dopo essere stato immortalato un primo tentativo di avvicinamento alla macchina della vittima, le telecamere di un rifornimento di carburante del centro città di Serradifalco hanno ripreso un uomo intento a riempire una tanica di benzina. Conclusa l’operazione, a bordo di un Alfa Romeo l’uomo è andato, in piena notte, verso la campagna dell’avvocato. Le indagini hanno permesso agli inquirenti di individuare in Li Calzi, l’autore dell’incendio. 

L’auto ripresa dalle telecamere sarebbe proprio riconducibile all’uomo. Le successive attività di intercettazione, riscontrate dalle denunce poi presentate dalle vittime, hanno inoltre permesso di individuare negli odierni indagati gli autori di due furti e di un episodio di indebito utilizzo di carta di pagamento avvenuto in Canicattì. Dalle indagini è stata presa in considerazione l’ipotesi che gli autori dell’incendio non avessero rapporti diretti con l’avvocato o motivazioni per dar vita all’incendio, ma che dietro di loro potrebbe esserci un mandante.

Redazione

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