Serradifalco prova a dare un senso ai suoi morti Censimento non ufficiale e prevenzione sui tumori

Circondati da troppo dolore, aggravato da un sospetto: che i dati ufficiali sulle morti per tumore non rappresentassero la realtà. È partendo da qui che a Serradifalco – uno dei comuni del Vallone in provincia di Caltanissetta, sede di diverse miniere dismesse – è nata l’associazione No Serradifalko, dove la lettera K è il simbolo del carcinoma in ambito medico. «Il tumore, spesso non sai d’averlo. Ci convivi, e quando, alla fine, ti viene diagnosticato è ormai troppo tardi. La prevenzione diventa un atto d’amore alla vita», spiega il presidente Marcello Palermo, che ha promosso a ottobre la prima settimana di prevenzione oncologica, in collaborazione con l’amministrazione comunale e l’Asp di Caltanissetta. Scommessa fondamentale, visto che, sottolinea l’associazione, «ci si ammala di cancro più nei Comuni del Vallone che a Gela dove sono presenti raffinerie di petrolio che hanno un notevole impatto ambientale». Anche se la paura è che in questo pezzo di Sicilia l’attenzione allo stile di vita non basti per diminuire i rischi. 

La strada che da Caltanissetta conduce a Serradifalco è costeggiata da vigneti e uliveti. Il piccolo comune agricolo, che deve il suo nome all’antica leggenda di un falco che nidificava sulle alture circostanti, si estende lungo il Lago Soprano, oggi, riserva naturale protetta. Un piccolo angolo di paradiso se non fosse per il fatto che si tratta di un territorio fortemente colpito da neoplasie tumorali. «No Serradifalko – spiega il presidente Marcello Palermo – è un’associazione nata circa un anno fa, in prima linea nella lotta ai tumori. Io e il mio collega Calogero Ricotta, entrambi infermieri, avevamo il sospetto che ufficialmente venivano dichiarati meno decessi per tumore di quelli che in realtà si verificavano. Questo perché ci si fermava alla prima causa di morte, spesso dovuta ad arresto cardiocircolatorio. Così abbiamo analizzato tutti i decessi avvenuti in quattordici anni e chiesto alle famiglie se ci fosse stata o meno una patologia tumorale nel defunto. Nel periodo compreso tra il 2000 e il 2014 abbiamo registrato un numero di decessi per tumore pari al 22 per cento. Questo dato, sebbene non ufficiale, a nostro avviso rappresenta una percentuale significativa in un piccolo Comune in cui non sono presenti impianti industriali», conclude.

«Si dovranno attendere alcuni mesi – spiega il dottor Rosario Tumino, responsabile del Registro Tumori di Ragusa e Caltanissetta – per la pubblicazione di una monografia dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale di Palermo sul rischio di patologie tumorali presenti nell’area attorno a Bosco Palo e Pasquasia. La monografia – ci svela – conterrà incidentalmente i dati anche su Serradifalco». Una pubblicazione ufficiale e aggiornata sugli ultimi anni, che consentirà un importante confronto con le ricerche effettuate dall’associazione serradifalchese. Per quanto riguarda i casi d’incidenza tumorale contenuti nel Registro Tumori di Ragusa e Caltanissetta, i dati ufficiali parlano di 3.788 nuovi casi registrati nel triennio 2007/2009. Negli undici Comuni del Vallone (Acquaviva, Bompensiere, Campofranco, Marianopoli, Milena, Montedoro, Mussomeli, Serradifalco, Sutera, Vallelunga e Villalba) il rischio di contrarre un tumore è pari al 43 per cento, quasi il quadruplo rispetto al 12 per cento di Gela, «dove – sottolinea l’associazione – sono presenti raffinerie di petrolio che hanno un notevole impatto ambientale».

Eppure le cause sull’alta incidenza tumorale nei comuni del Vallone sembrerebbero ancora da chiarire e ricercare. Non è facilmente provabile se tutto dipenda dalle miniere o meno. Tante le inchieste giudiziarie condotte in questi anni dopo le troppe morti sospette, per fare luce su possibili contaminazioni ambientali. Troppe le domande rimaste senza risposta. Per ora, l’unico dato certo è che l’unica fonte attiva di inquinamento è costituita dalle migliaia di tonnellate di fibre d’amianto presenti nei siti minerari dismessi e dagli scarti salini abbandonati. «Gli scarti salini della miniera di Bosco Palo hanno dato luogo a un’enorme montagna di sale dannosa per la salute. Continuiamo a chiedere che la bonifica di questo lembo di territorio venga effettuata», racconta un ex minatore, ormai, da anni in pensione.

Nel frattempo l’associazione No Serradifalko, in collaborazione con comune e Asp di Caltanissetta, ha promosso la prima settimana volta alla prevenzione oncologica. «L’evento – rivela il responsabile – ha avuto come obiettivo una corretta informazione di sensibilizzazione. Nella lotta ai tumori, oltre ai corretti stili di vita, fondamentali sono le azioni di diagnosi precoce attraverso screening oncologici». Il focus della prima edizione è stata la dieta mediterranea che ostacola la formazione di neoplasie tumorali. «Cereali, latticini e derivati, proteine della carne, pesce e legumi riducono il rischio di malattie cardiovascolari», dichiara la dottoressa Carmelinda Pera, nutrizionista e curatrice di una campagna di educazione alimentare.

Ma l’associazione è anche un punto di riferimento per tutti coloro che devono affrontare il difficile percorso clinico della malattia tumorale. Una donna, che preferisce restare nell’anonimato, racconta il suo sgomento di fronte alla malattia. «Quando ricevetti la prima diagnosi non volevo crederci. Avevo un tumore, per fortuna circoscritto e facilmente asportabile. In quei momenti, poi, non sai cosa fare e a chi rivolgerti. Il sostegno che ho ricevuto dall’associazione è stato prezioso».


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