Serradifalco, azienda agricola in crisi per siccità rinasce col crowdfunding. «Non avevo alternative, ma non mi sono arreso»

Nella Sicilia devastata dalla siccità, in una delle province maggiormente colpite, quella di Caltanissetta, tra l’altro al confine con quella di Agrigento, altra zona rossa dell’emergenza idrica, c’è un’azienda agricola che è riuscita a compiere un piccolo miracolo, nonostante l’arsura non l’abbia risparmiata, tutt’altro. Luigi Li Calzi è un imprenditore agricolo di Serradifalco, così come la splendida riserva del Lago Soprano, completamente prosciugata già a giugno, anche il lago che dava acqua ai suoi frutteti è finito per scomparire. Il preludio perfetto per una crisi.

«Il lago lo aveva scavato mio padre 50 anni fa – racconta Li Calzi – Non potendolo più utilizzare abbiamo cercato fonti alternative, ma non dureranno molto, così ho pensato a come ottimizzare questo momento di crisi. Si sarebbe potuto fare con dei lavori, migliorando le condizioni di accesso al lago, la quantità di acqua invasabile e altre modifiche che non avrei mai potuto sostenere da solo». Da qui l’idea di chiedere aiuto alla rete. «Ho iniziato una campagna di crowdfunding con cui abbiamo potuto dare inizio ai lavori di ripristino del lago, che ci consentiranno di avere una scorta maggiore in azienda e ci consentirà di accumulare più acqua dai canali e non sprecarne una goccia. Fino a qualche tempo fa non conoscevo neanche cosa fosse il crowdfunding, mi è stato proposto dalla mia compagna, ero molto scettico, ma non mi arrendo e mi sono detto che era necessario provare. Mai avrei pensato di arrivare a questo risultato».

Un risultato impressionante, che consentirà a Luigi Li Calzi di portare avanti la propria attività e che gli ha permesso di trovare anche un alleato inaspettato, il Wwf. «Noi abbiamo sposato questo progetto e abbiamo deciso di contribuire – dice Ennio Bonfanti, presidente del Wwf nisseno – Anche perché desideriamo con questo gesto sostenere la resilienza delle aziende agricole di fronte a questa enorme crisi ambientale, che è diventata davvero preoccupante. Oltretutto, il bacino dopo decenni era diventato un ecosistema preziosissimo per tutto il comprensorio, un bacino di biodiversità importantissimo sia per la micro che per la macro fauna, dagli insetti impollinatori ai rettili e agli uccelli migratori. Volevamo anche dare un segnale per dire che un’agricoltura amica della natura è possibile».

 


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