Resta la macchia della clamorosa occasione fallita da Trajkovski ma, osservando lo sviluppo della gara, i sanniti obiettivamente non avrebbero meritato la sconfitta. Tenuta della difesa guidata da un ottimo Brignoli e un buon impatto di Falletti, inizialmente in panchina, le note positive presenti nel registro rosanero
Serata no degli attaccanti ma la difesa c’è In chiaroscuro il pari interno col Benevento
Cosa mettere sul piatto della bilancia? Se prendiamo la clamorosa occasione fallita al 37’ del secondo tempo da Trajkovski, in casa Palermo prevale ovviamente il rammarico per la mancata vittoria. Se invece l’oggetto di riferimento è la prestazione fornita dalla squadra, sul fronte rosanero lo 0-0 maturato ieri al Barbera nel big-match con il Benevento ha un peso diverso. In questo caso, la sensazione di amarezza lasciata dal risultato viene compensata dalla consapevolezza che quella di ieri non è stata una serata brillante per la formazione di Stellone e che, per il volume di gioco prodotto durante la partita, i rosa obiettivamente non meritavano di conquistare l’intera posta in palio. E’ giusto, dunque, accontentarsi di un punto che, bypassando il rigore in movimento sbagliato incredibilmente da Trajkovski con la porta spalancata su assist del connazionale Nestorovski, va accolto con una certa positività se messo in relazione al passo indietro registrato rispetto ad altre partite giocate con maggiore intensità e soprattutto al valore dell’avversario. Una diretta concorrente per la promozione nella massima serie.
Ha fatto una bella figura il Benevento, squadra compatta e bene organizzata. Capace di tenere il campo con personalità e di resistere ad una situazione di piena emergenza provocata dalle numerose defezioni con cui ha dovuto fare i conti il tecnico giallorosso e acuita durante il match dagli infortuni rimediati da Viola (colpo alla caviglia subìto da Jajalo) e Letizia, costretto ad alzare bandiera bianca per una botta al costato. Il pari, e lo 0-0 fa notizia tenendo conto del feeling con il gol instaurato dalle due squadre in questo campionato (i rosa, a segno da undici gare di fila, erano rimasti a secco solo alla prima giornata a Salerno mentre gli ospiti finora avevano gonfiato la rete in ogni partita), non permette a Palermo e Benevento di dare uno slancio significativo ai rispettivi percorsi ma tutto sommato sta bene a tutte e due. Gli allenatori, che hanno impostato la gara per vincere come dimostra anche il 4-4-2 a trazione anteriore disegnato da entrambi durante la seconda frazione di gioco dopo avere attinto dalla panchina, hanno dei motivi per cui sorridere.
E’ contento Bucchi per il modo in cui i suoi sono riusciti a disinnescare le munizioni della capolista e, al netto di una manovra poco fluida e del basso indice di pericolosità complice la scarsa vena degli attaccanti, in un certo senso può essere soddisfatto anche Stellone. Consapevole che il Palermo ieri ha giocato al di sotto del suo standard ma rinfrancato nello stesso tempo da alcune note positive. Ai segnali incoraggianti relativi alla tenuta dei difensori al cospetto di clienti scomodi come Asencio e Coda (vincitore quest’ultimo di diversi duelli aerei e pericoloso almeno in quattro occasioni nell’arco dei 90 minuti) e all’affidabilità di Brignoli (l’ex di turno, applaudito prima del fischio di inizio anche dai circa 200 sostenitori giallorossi presenti nel settore ospiti, ha salvato il risultato nel finale neutralizzando in uscita una conclusione ravvicinata del subentrato Buonaiuto) va aggiunto il buon impatto che ha avuto sul match l’uruguaiano Falletti entrato al 65′ al posto di Murawski. Il numero 20 ha dato vivacità al fronte d’attacco e ha dimostrato con i suoi guizzi di potere mettere in apprensione l’attenta retroguardia campana. E’ lecito, dunque, ipotizzare che se fosse entrato prima (perché Stellone non se n’è reso conto?) avrebbe avuto più tempo per incidere e per provare con la sua rapidità a spezzare l’equilibrio della gara. Deludente dal punto di vista dello spettacolo ma con sviluppi imprevedibili. E con un risultato rimasto in bilico fino all’ultimo istante.