I militari del nucleo operativo ecologico sono tornati in contrada Casellaccia. Al titolare viene contestato anche l'avere deturpato dei luoghi sottoposti a vincolo paesaggistico. Negli ultimi mesi, sono in totale dieci gli impianti trovati privi delle necessarie autorizzazioni
Sequestrata cava, sarebbe stata abusiva dal 1998 Nelle scorse settimane il primo controllo a Nicolosi
Una cava abusiva da circa vent’anni. È quella su cui lavorano ormai da diverse settimane i carabinieri del Noe, il nucleo operativo ecologico. I militari sono tornati in contrada Casellaccia, nel territorio del Comune di Nicolosi. In un’area dove sarebbe stato estratto materiale lavico senza le necessarie autorizzazioni. Sul posto si erano già presentati il 24 gennaio scorso, quando era stato bloccato un uomo intento a lavorare a bordo di un escavatore in una zona non autorizzata. Così si è arrivati al sequestro di una prima porzione della cava, poi esteso con il provvedimento reso noto oggi dalle forze dell’ordine.
Nello specifico, a essere finito nel mirino delle forze dell’ordine è il titolare della società che gestiva l’attività estrattiva. Si tratta di G.A. di 59 anni. Indagato per avere avviato i lavori di estrazione di materiale lavico su un’area all’interno del perimetro del parco dell’Etna. Tutto, secondo gli inquirenti, senza avere mai avuto le necessarie autorizzazioni. Tra le contestazioni anche quella di avere deturpato dei luoghi sottoposti a vincolo e tutela paesaggistica.
Con l’attuale sequestro salgono a sette le aziende presenti nel territorio dei Comuni di Mascali, Milo e Nicolosi e Belpasso sottoposte a mirate ispezioni da parte dei carabinieri tra il 2018 e il 2019. Le attività hanno consentito il sequestro complessivo di dieci cave abusive, diversi impianti di frantumazione e di produzione di calcestruzzi trovati privi delle autorizzazioni per le emissioni in atmosfera, e di molti mezzi di cava come escavatori, camion e pale meccaniche, trovati ad operare illecitamente sui luoghi.