Fanno parte di un progetto ministeriale che gli consente di svolgere uno stage presso aziende dell'hinterland. E hanno un disagio economico, sociale e sanitario. Per loro non è prevista nessuna agevolazione sui mezzi di trasporto pubblici. Amat: «Per le categorie protette l'azienda deve essere pagata dal Comune»
Senza abbonamento ai bus, disabili al lavoro a piedi «Amat non dà agevolazioni per chi ha più di 26 anni»
Non può permettersi l’abbonamento al bus, così è costretto ogni giorno ad andare a piedi. Fatto spiacevole di per se, che diventa odioso se la persona in questione è un disabile. È la storia di Daniele, che ha 34 anni e vive in via Pitrè: ha una disabilità cognitiva e tramite l’Asp è entrato a far parte come utente del progetto R.E.T.E. (Rete educativa territoriale ecosostenibile), un progetto ministeriale finanziato dal dipartimento gioventù. Il progetto coinvolge attualmente quattro ragazzi con disagio economico, sociale e sanitario. Grazie a questo progetto Daniele ha la possibilità di svolgere uno stage formativo e lavorativo presso la cooperativa sociale di prodotti biologici Kappaemme Zero, che ha sede in via Arrigo Boito. Molto distante da casa. Purtroppo però l’Amat non metterebbe a disposizione del ragazzo nessun abbonamento gratuito e neanche uno sconto. Così il ragazzo è costretto ogni giorno a fare tutta la strada a piedi dalla via Pitrè fino a via Boito, circa mezz’ora di camminata all’andata e poi altrettanto al ritorno.
«In qualità di referente delle attività del progetto R.E.T.E., – dice Lavinia Tumminia – seguiamo questo gruppo di ragazzi disabili dal punto di vista cognitivo, ma autonomi fisicamente, e attualmente stanno svolgendo uno stage formativo presso delle piccole aziende nell’hinterland palermitano. Per andare incontro alle loro difficoltà economiche e sociali, stamattina mi sono informata presso gli uffici Amat per avere informazioni in merito a delle agevolazioni sugli abbonamenti dei trasporti pubblici. Mi hanno riferito che non c’è nessuna agevolazione per disabili, tantomeno per stagisti di età superiore ai 26 anni».
I ragazzi si trovano bene in queste piccole aziende, e vorrebbero anche aumentare i giorni di frequenza per ampliare le loro competenze e conoscenze. «L’ambiente che frequentano è idoneo alle loro esigenze ed è un ambiente familiare, si sentono motivati – aggiunge Tumminia – Solo che si ritrovano nelle condizioni di dover affrontare un onere economico difficilmente sostenibile visto che si trattaa di formazione e non di un’occupazione, per cui non percepiscono alcun tipo di contributi. La signora al telefono mi ha risposto che in consiglio comunale è stata presa la decisione di non dare più agevolazioni per gli abbonamenti per tutti coloro che hanno un età superiore ai 26 anni».
Prima del 2007 le categorie protette non pagavano la quota per il trasporto pubblico locale. L’azienda però non ci rimetteva nulla, l’integrazione delle somme era a carico dal Comune. Undici anni fa, invece, il ritiro del provvedimento con tanto di contenzioso. «Per le categorie protette l’azienda deve essere pagata dal Comune – ribadisce Antonio Gristina, presidente Amat -. In ogni contratto di servizio nel resto d’italia sono previste queste misure».