Intervista con Alfonso Zappulla, noto e affermato stilista catanese, a Roma per una sfilata ispirata al film "Vacanze Romane"
Se rinascessi farei di nuovo lo stilista-sarto
Alfonso Zappulla, noto e affermato stilista catanese, recentemente è stato a Roma per partecipare a una sfilata ispirata al film Vacanze Romane, che riportava agli indimenticabili Anni 50, in cui lentusiasmo e la gioia di vivere si rifletteva anche sugli abiti, ariosi e leggeri. Lui ha portato in passerella due begli abiti, in seta e denim, tessuti protagonista indiscusso dellepoca, ispirandosi a Grace Kelly. Alfonso Zappulla ha allattivo importanti partecipazioni a concorsi nazionali, oltre ad apparizioni a trasmissioni televisive quali Buona Domenica e Casa Rai Uno e a un importante gala patrocinato dal Senato della Repubblica svoltosi nella Galleria Principe di Napoli, il cui ricavato è andato ad Amnesty International.
Noi lo abbiamo incontrato per conoscerlo meglio e sapere qualcosa in più di lui.
Comè stata lesperienza romana ?
Bellissima. Sfilare nella capitale è unaltra realtà, senza nulla togliere alla nostra città. A Roma si può lavorare con molta più facilità rispetto a Catania. Devo dire che siamo a un buon livello qui e penso che tra non molto raggiungeremo i livelli romani. Credo che il Made in Sicily debba essere sviluppato e alimentato sempre più perché la nostra terra è viva, ricca di molte risorse umane che dovrebbero essere sviluppate e valorizzate al meglio.
Come hai iniziato ?
Dopo il diploma di geometra, ho lavorato in uno studio di ingegneri molto facoltoso. Pensa, il mio capo era il presidente dellAlbo degli Ingegneri. Ma per me lavorare lì era come andare in galera. Avevo voglia di creare, non case o piantine, bensì abiti da donna in modo da poterla valorizzare e renderla ancora più bella, per tirare fuori ciò che di bello ha dentro e manifestarlo con i miei abiti. Ho sentito questa ispirazione che mi è nata dentro dal nulla.
Sì ma praticamente ?
Lavoravo come grafico pubblicitario per unagenzia di moda catanese. Un giorno uno dei soci mi ha lanciato una sfida: Se riesci a realizzare 15 capi in 10 giorni, ti faccio fare una sfilata.
Io ci sono riuscito e da lì, visto il successo riscosso, i miei genitori mi hanno aiutato ad aprire latelier.
Comè la donna per la quale crei i tuoi abiti ?
La mia donna è femminile, seducente in ogni momento della giornata, elegante e sobria, mai volgare. Quasi manager ma al tempo stesso principessa, come era Grace Kelly. Non a caso nella mia ultima collezione mi sono ispirato a lei. Invece, nella collezione precedente presentata alla Galleria Principe di Napoli – mi sono ispirato alla principessa Sissi. Donne che nonostante la loro regalità e femminilità erano anche molto manager di se stesse.
Chi vorresti vestire ?
Del passato Grace Kelly. Dei personaggi attuali Mariagrazia Cucinotta e Carol Alt.
Prepari collezioni da otto anni, ci racconti qualche aneddoto che ti è capitato nella tua carriera?
Una possibilità di collaborazione con Valentino che non è mai iniziata. Lho incontrato a Buona Domenica e lì ho parlato col suo braccio destro per fissare un appuntamento. Nella maison il capo- stilista di Valentino ha visto i miei abiti e mi ha proposto di lavorare per lui, ma leggendo nel mio curriculum che avevo una mia attività, mi hanno chiesto di chiuderla. E io ho detto di no.
Oggi saresti disposto a chiudere latelier per lavorare con Valentino se te lo chiedesse di nuovo ?
No perché non scendo a compromessi. Non mi piace lavorare nellanonimato.
Come vestiresti le due donne che sfileranno a Sanremo?
Molto seducenti, ma sobrie. Lanno scorso Simona Ventura ha indossato dei capi scollati con la schiena scoperta e il reggiseno che si vedeva. Per me era volgare, a me personalmente non è piaciuta, voleva far parlare di sé e cè riuscita. La Ventura si può permettere di fare qualche stravaganza in più. Neanche Dolce & Gabbana, i suoi stilisti, lo concepiscono.
Come ti definisci in tre parole ?
Sono una persona seria, umile e che ama il proprio lavoro, che faccio con passione. Se rinascessi di nuovo, rifarei lo stilistasarto. Due dei miei nonni lo erano. E una cosa che ho nel sangue.