Se il Parco archeologico di Selinunte chiude nei giorni festivi

IN SICILIA LA GESTIONE DI BENI CULTURALI CHE DOVREBBERO PRODURRE UTILI DANNO LUOGO A PERDITE. AMMINISTRIAMO MALE. E LA POLITICA SI OCCUPA DI ALTRO.

La Regione siciliana senza soldi e governata con i piedi continua ad avvitarsi su se stessa. Qualche settimana fa il Sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi, ha denunciato la presenza di oltre venti addetti nel piccolo Museo del Satiro. Quattro addetti per questo piccolo spazio museale già sarebbero tanti. Invece ce ne sono venti e forse più e il Museo rimane perfino chiuso. Tanto che Cristaldi ha chiesto che la gestione passi al Comune.

Ora lo stesso problema si pone per il Parco archeologico di Selinunte, uno dei più grandi della Sicilia. A sollevare il problema è sempre Cristaldi che, lo ricordiamo, è stato parlamentare regionale di lungo corso (è stato presidente dell’Ars dal 1996 al 2001) e poi parlamentare nazionale.

“La chiusura in alcuni giorni festivi dell’area archeologica di Selinunte – osserva Cristaldi – è un danno d’immagine di gravi proporzioni per la Sicilia ed un danno economico per il nostro territorio. Se la gestione del Museo del Satiro passerà al Comune di Mazara del Vallo, come noi auspichiamo, il personale ‘che si libera ’ può benissimo supplire alle necessità selinuntine”.

“Al di là delle considerazioni strettamente legate al territorio – prosegue l’ex presidente dell’Ars – rimane la obbligatorietà di mettere ordine al settore gestionale dei Musei e delle aree archeologiche attraverso un protocollo d’intesa che assicuri l’apertura degli spazi espositivi non solo in tutti i giorni dell’anno, ma anche per più ore durante la giornata”.

“La chiusura di spazi espositivi ed aree archeologiche – conclude il Sindaco Cristaldi – costringe le attività commerciali limitrofe agli stessi spazi a non lavorare e questo non sembra la migliore cosa di cui ha bisogno la Sicilia”.

Nota a margine

Cristaldi pone un problema vero e serio. Ma da politico di grande esperienza non può non sapere quello che sta succedendo in Sicilia nella gestione dei beni culturali.

La verità è che, da due anni e forse più, non ci sono più soldi per gestire i beni culturali siciliani. Non ci sono i soldi per gestire la manutenzione dei siti e non ci sono nemmeno i soldi per pagare il personale che dovrebbe operare con turni tali da assicurare l’apertura ogni giorno.

Abbiamo la sensazione che il caso del Museo del Satiro sia un po’ diverso da quello del Parco Archeologico di Selinunte. Nel primo caso c’è un oggettivo eccesso di personale. Nel caso di Selinunte, con molta probabilità, non ci sono i soldi per pagare il personale. Perché nessuno ha mai pensato a gestire Selinunte facendo guadagnare l’Amministrazione.

Formo restando che la Sicilia dovrebbe chiedere a Roma i soldi che ci stanno depredando, soprattutto da due anni a questa parte, c’è anche un problema di disorganizzazione di un’Amministrazione regionale inefficiente.

Se gestiti bene, tanti beni culturali della Sicilia dovrebbero produrre utili e non solo costi. Invece trionfa il caos. Così, invece di creare occasioni di sviluppo, si creano diseconomie.

Come si fa a chiudere il parco archeologico di Selinunte nei giorni festivi? Si chiude perché è gestito male, con costi e senza utili.

Ed è servito a poco la gestione privata dei beni culturali nella nostra Isola: perché si è visto che chi li ha gestiti faceva la ‘cresta’ alla Regione.

La verità è che la Sicilia dovrebbe essere governata da persone intelligenti e preparate. Ci fermiamo qui non non offendere nessuno…

 


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