A scanso di equivoci va detto che si tratta di un’iniziativa legale e che non lede in alcun modo gli studenti o il loro diritto allo studio, che al contrario, secondo il professor Rodolfo Momento «Potrebbero ritrovare una voglia di studiare che ormai si è persa».
Il collegio dei docenti dell’Ipsia Mario Orso Corbino di Partinico, ha deliberato la sospensione dell’utilizzo dei libri di testo dal prossimo anno, dunque il materiale didattico, così come previsto anche dalla legge, sarà fornito agli studenti dai professori stessi, «Un lavoro oneroso in tutti i sensi – dice a Meridionews Momento, 48 anni, che insegna agli studenti del 4° e 5° anni, elettrotecnica -. Dovremo mettere mano alle carte e racimolare i dati che servono per fare lezione. E oltretutto va ricordato che noi possiamo avvalreci anche dei mezzi informatici e del web per le nostre lezioni. E il tutto ovviamente senza creare il minimo disagi agli studenti. Non è un scorciatoia che sia chiaro».
Una protesta quindi a colpire il ddl Buona Scuola, dando uno scossonne “nuovo” «E’ chiaro – continua il docente – che andiamo a indire sul tessuto economico delle case editrici. Ci spiace ma bisogna trovare dei modi per farci ascoltare e comunque questo coinvolgerà gli studenti in modo nuovo e crediamo quindi per loro più interessante». Le perplessità su questa riforma sono parecchie e a partire dalla sua struttura: «Intanto non è una riforma della scuola che interessa i ragazzi in alcun modo – spiega Momento – non riguarda la didattica, non il monte ore. Si parla della riorganizzazione della struttura della scuola con uno pseudo sistema meritocratico e con un facile risvolto dei contenuti; è facile prevedere scenari tipo 1923… Il controllo dell’istruzione per noi è regime e ce lo ricorda anche la nostra costituzione con l’art 33 comma 1.
Se vogliamo parlare di meritocrazia, vorrei capire come si farà la valutazione del merito. Come un docente può essere valutato come educatore in base alle varie situazioni in cui trova ad operare con studenti di vari e diversi contesti sociali e quindi proprio nella sua funzione sociale? La meritocrazia di cui parlano si può avere un’ azienda forse, ma qui siamo a scuola, un ragazzo è diverso dall’altro. Su cosa ci valuta lo stato?
La dignità del lavoratore, dove sta? Dovrebbe trarla dal proprio lavoro e invece ci ritroviamo con due mancati rinnovo di contratto (l’ultimo è del 2009) e il blocco degli scatti al 2013. E la cosa che fa male è che sta passando il fatto che i docenti protestano perché vogliono aumentato lo stipendio. Noi ci aspettavamo da un governo Pd che su questi argomenti portava avanti le sue campagne elettorali, un un rinnovo contrattuale, l’aumento del fondo di istituto per fare progetti, per la didattica dei ragazzi . Noi così non possiamo far più nulla. Ci sono populismo e qualunquismo che vengono portati avanti dai nostri deputati, che ledono ancora di più a rispettabilità dei docenti».
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