Scrigno, chiuse indagini su mafia e politica a Trapani Quattro nuovi nomi di politici raggiunti da un avviso

Avviso di conclusione delle indagini per 29 persone nell’ambito dell’operazione Scrigno, messa a segno lo scorso mese di marzo e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Operazione che portò alla luce tutta una serie di rapporti tra mafia, politica ed imprenditoria in provincia di Trapani e all’arresto, fra gli altri, dei fratelli Virga, figli del vecchio capo mandamento della città falcata, del pregiudicato Francesco Orlando e dell’ex deputato regionale del Partito Democratico Paolo Ruggirello, accusato di aver intrattenuto rapporti con esponenti di Cosa Nostra.

Nel mirino della procura finisco anche altri soggetti, ad oggi mai raggiunti da alcuna misura cautelare. Si tratta dell’attuale consigliere comunale di Erice, Alessandro Manuguerra, il padre Luigi, leader del Movimento Nati Liberi e Vito Mannina, padre dell’attuale consigliera comunale della Vetta, Simona. Per loro l’accusa è di voto di scambio politico-mafioso. Secondo la tesi della Procura, Vito Mannina si sarebbe rivolto a Pietro Virga e Pietro Cusenza, esponenti del mandamento di Trapani, per chiedere sostegno elettorale a favore della figlia quando era candidata al consiglio di Erice e per se stesso, candidato invece a Trapani, in cambio di 5mila euro. Stessa accusa mossa nei confronti di Luigi Manuguerra. 

Per gli investigatori, il leader del movimento Nati Liberi sarebbe andato a bussare alla porta di Francesco Orlando, altro esponente del mandamento trapanese, chiedendo voti per il figlio Alessandro in cambio di 10mila euro. Avviso di conclusione indagini anche per l’ex braccio destro di Paolo Ruggirello, il già candidato alle ultime primarie del Pd ericine Francesco Todaro

Lo scorso mese di marzo la Procura ne aveva chiesto l’arresto, respinto dal giudice per le indagini preliminari. Accusato di voto di scambio anche l’imprenditore Ninni D’Aguanno e la moglie Ivana Inferrera, ex assessore del comune di Trapani. Per i principali indagati, invece, il reato contestato è associazione a delinquere di stampo mafioso. Per Ruggirello, la distrettuale antimafia non ha tenuto conto del pronunciamento del tribunale del Riesame che, pur rigettando la scarcerazione, aveva derubricato a concorso esterno il capo d’imputazione. Anche per lui, invece, è stato contestato il 416 bis.


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