Ecco, voce per voce, il parere favorevole del collegio. Che riconosce le difficoltà di far quadrare i conti in tempi di vacche magre ma bacchetta l'amministrazione sui bassi incassi di musei, impianti sportivi e mercati, sulla qualità dei servizi delle aziende e sui debiti
Scocca l’ora del bilancio di previsione I dubbi dei revisori su debiti e partecipate
Un parere favorevole ma con una serie di distinguo, a partire dai debiti fuori bilancio e dai guasti delle partecipate, e pur tenendo conto delle novità in materia di finanza locale e dei tagli regionali e statali. È questo, in estrema sintesi, il giudizio dei revisori dei conti Cosimo Aiello, Antonino Mineo e Salvatore Di Trapani sul bilancio di previsione di Palazzo delle Aquile, che sta per arrivare in Consiglio comunale con notevole ritardo a causa della decisione della Regione siciliana di anticipare al 2015 l’applicazione delle nuove norme della contabilità, che hanno fatto saltare tutti i conti costringendo gli uffici a un lavoro supplementare per scovare 27 milioni per il «fondo crediti dubbia esigibilità», 10,6 milioni per il «fondo rischi spese legali» e 13,2 milioni l’anno per trent’anni per il «riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi» per coprire un disavanzo tecnico futuro di 396 milioni.
In soldoni: nel bilancio devono figurare solo entrate certe e bisogna farsi trovare pronti per le spese impreviste, come quelle per le cause legali. Un principio di trasparenza che si è tradotto in una batosta da 50 milioni, compensata da una spending review interna e da una stretta sull’evasione fiscale. Tenendo conto di questi aspetti, quindi, nel loro parere i revisori sottolineano che il bilancio rispetta il principio del «pareggio finanziario», le previsioni di spesa sono «congrue» e le entrate «attendibili», che altrettanto «congrue e attendibili» sono le previsioni del bilancio triennale, e che, infine, gli investimenti, il piano annuale degli interventi e quello triennale delle opere pubbliche hanno «copertura finanziaria conforme».
Le criticità però non mancano. È «elevata», ad esempio, «la significatività del fenomeno» dei debiti fuori bilancio, che ha costretto piazza Pretoria ad aumentare i fondi per coprirli, arrivando a 34 milioni di euro. «Un fenomeno patologico» dice il collegio. Con la nuova armonizzazione contabile il saldo di cassa è di 87,4 milioni, ma il Comune dovrà ricostituire per cassa la consistenza dei fondi vincolati, che ammontano a 153,7 milioni. Certo anche lo Stato e la Regione ci hanno messo del loro: da Roma sono arrivati ben 143 milioni in meno rispetto al 2014, mentre Palazzo d’Orleans si è «limitata» a un -3.
E non aiuta, in questo contesto, la bassissima produttività di musei e spazi espositivi: appena 96mila euro incassati a fronte di 3,7 milioni di spese. Più in generale i servizi a domanda individuale (asili nido, Città dei ragazzi, impianti sportivi, mense scolastiche, mercati ittico e ortofrutticolo, cimiteri) sono sfruttati decisamente pochissimo: le previsioni di quest’anno parlano di 3,9 milioni di entrate e ben 21,3 milioni di uscite, con una copertura finanziaria di appena il 18,52 per cento, in calo rispetto al 19,79 per cento del 2014. Tanto che è i revisori non possono fare altro che trarne le conseguenze: «Anche in altre realtà del nostro Paese, e ancor di più all’estero, spazi di qualità affidati a soggetti dotati di qualità organizzative e imprenditoriali danno risultati assai diversi». Anche la vendita di immobili ha fruttato una cifra irrisoria: 21 mila euro.
Ben diverso è il caso delle multe: il sistema funziona e nel 2015 gli introiti dalle infrazioni al Codice della Strada ammonteranno a circa 64,7 milioni di euro, con un «notevole incremento» rispetto al 2014, quando il dato si fermava a 29,7 milioni. Un aumento tale che i revisori hanno inoltrato «specifica richiesta per conoscere le motivazioni che hanno determinato il significativo scostamento», chiedendo se magari sia stato causato da residui attivi di difficile riscossione. Gli uffici hanno replicato che la cifra è stata raggiunta grazie al recupero del pregresso a partire da giugno 2013. Dai mutui presso la Cassa depositi e prestiti arriveranno invece 13,2 milioni (di cui 10 per l’Amat).
E veniamo alle partecipate, che costano in totale 290 milioni di euro: 10 per Amg, 8 per Amap (4,6 per la pulizia caditoie, 3,4 per la manutenzione caditoie), 88 per Amat (3,6 per la segnaletica stradale, 84 per il trasporto pubblico – 31 dal Comune e 53,4 dalla Regione), 139,5 per Rap (113 per l’igiene ambientale, 16 per la manutenzione stradale, 5,5 per la pulizia delle sedi giudiziarie, 3,8 per la derattizzazione), 3,8 per Palermo Ambiente in liquidazione, 11,2 per Sispi e 29 per Reset. Le aziende sono tutte in attivo ma i servizi lasciano a desiderare «in rapporto alle risorse impiegate. Occorre implementare il sistema di misurazione e di rappresentazione dei risultati qualitativi della gestione e della produzione dei servizi, rispetto ai programmi e agli obiettivi prefissati».
Le entrate tributarie, infine, ammontano a 469 milioni di euro (fra cui 129 dalla Tari, 22,4 dalla Tasi). Il personale in servizio al 31 dicembre 2014 era di 7.984 unità per una spesa complessiva di 250 milioni, in leggero aumento rispetto al consuntivo 2014 (242 milioni) ma ridotta rispetto al 2013 (257 milioni). Le spese ammontano complessivamente a 2,3 miliardi, di cui 849 milioni di spesa corrente e 343 in conto capitale.