Sciopero benzinai il 25 e 26 gennaio. La posizione dei gestori e cosa succederà. «Rischio ulteriori aumenti»

Tutto confermato. Salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, i benzinai incroceranno le braccia in tutto il territorio nazionale per lo sciopero del 25 e 26 gennaio. Uno stop che non avrà conseguenze per i servizi essenziali ma che riguarderà anche i self-service. Il primo rischio all’orizzonte è quindi quello di possibili code già da lunedì ma a preoccupare è lo scenario che si prefigura al termine della serrata con possibili ulteriori aumenti. Il tutto in un contesto in cui l’Italia, a livello europeo, è il Paese maglia nera per quanto riguarda le accise, cioè le imposte fissate dallo Stato sul prodotto venduto. A fare salire il prezzo è stato proprio il mancato rinnovo da parte del governo guidato da Giorgia Meloni del taglio delle accise voluto dall’ex presidente del Consiglio Mario Draghi.

«Attualmente i prezzi sono uguali a poco prima dello stop alle accise ma il governo per coprire tutto ha scatenato una campagna contro i gestori, ultimo anello della catena della filiera», spiega a MeridioNews Riccardo Di Benedetto, presidente regionale della federazione italiana gestori impianti stradali carburanti. Oggetto del contendere è l’idea del governo di inserire l’obbligo di cartellonistica nel decreto trasparenza aumentando le sanzioni per coloro che non espongono il prezzo. «Si sono inventati il prezzo medio regionale – continua Di Benedetto – Soluzione che non porta a nulla. Nella prima stesura del decreto, che ora andranno a modificare, avevano addirittura inserito una sanzione che va da una settimana a tre mesi per coloro che non comunicano il prezzo all’osservatorio del ministero. Ci sono stati incontri e ci hanno fatto solo una serie di promesse, ecco perché siamo stati costretti a confermare lo sciopero».

Stando alle disposizioni varate dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, retto dal siciliano Adolfo Urso, i gestori dovranno esporre, oltre ai soliti cartelli con i prezzi del carburante, un’insegna con il costo medio regionale. Un obbligo di comunicazione che, dopo quattro omissioni in un mese, comporterà la chiusura da 1 a 30 giorni. «Come gestori abbiamo chiesto di non tornare al Medioevo – aggiunge Di Benedetto – ma, per esempio, creare una app in modo che il consumatore possa visionare il prezzo medio regionale o nazionale. Io, personalmente, sono convinto che questa cosa alla fine andrà scomparire. Durante un confronto con il nostro presidente nazionale abbiamo stimato che su circa 25mila impianti sparsi in Italia, questa storia dei cartelli con il prezzo medio costerà centinaia di milioni di euro. Questa situazione potrebbe portare a un ulteriore aumento dei prezzi». Un quadro a tinte fosche con una sola exit strategy: «Deve finire la guerra e il costo del petrolio al barile scenderà».


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Tutto confermato. Salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, i benzinai incroceranno le braccia in tutto il territorio nazionale per lo sciopero del 25 e 26 gennaio. Uno stop che non avrà conseguenze per i servizi essenziali ma che riguarderà anche i self-service. Il primo rischio all’orizzonte è quindi quello di possibili code già da lunedì […]

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]