Tentare di fare un ritratto della Sicilia partendo dai luoghi non più accessibili o che addirittura non esistono più, se non nella memoria delle persone che li hanno vissuti. Questo l’ambizioso progetto dell’artista Rebecca Agnes, ospite a maggio di Clang, luogo di ricerca per le arti contemporanee di Scicli. Il progetto Habitat #1 è la prima residenza d’artista nel comune ibleo e si è conclusa con l’inaugurazione dell’installazione site specific Libro degli ospiti/Guest book arrivata dopo i workshop che l’artista ha tenuto durante il suoi periodo nel Ragusano.
Appassionati d’arte o semplici cittadini sono stati chiamati a disegnare luoghi scomparsi, edifici abbandonati, incompiuti e luoghi della memoria. «Io non conosco la Sicilia, non l’ho mai visitata. I workshop sono serviti a farmi conoscere l’isola e a fissare la memoria delle persone attraverso i disegni, riuscendo così a fare un dipinto dei posti inaccessibili, privati, della regione», spiega Agnes. Tra i disegni esposti sul pavimento di Clang ce sono molti in cui è evidente una forte componente di denuncia, in tanti hanno rappresentato luoghi della memoria che sono stati cancellati. «Tra i disegni che più hanno attirato la mia attenzione ci sono i ruderi del convento di Sant’Antonino di Scicli, l’immagine di un vecchio bordello che ormai non esiste più e un campo di calcio che ha dovuto far posto ad un parcheggio», confida l’artista.
Scatti delle opere di Rebecca Agnes e di momenti dei workshop a cura di Clang
Insieme ai disegni realizzati durante i workshop, le project room di Clang ospitano anche l’installazione che Rebecca Agnes ha ideato nel periodo di residenza. Sono cinquantaquattro ricami realizzati dall’artista ispirandosi ai disegni che negli ultimi tre anni i suoi ospiti hanno lasciato sul suo libro a Berlino. «Dal 2008 fino allo scorso marzo ho abitato in un appartamento a Berlino che aveva anche una stanza degli ospiti. Dal 2009 ho iniziato a chiedere a tutte le persone che ospitavo a casa, di fare un disegno nel guest book». Le stoffe ricamate a mano sono la trasposizione dei ricordi, dei messaggi custoditi nel guestbook, in questo modo l’artista ha portato nella cittadina iblea la sua stanza e suoi ospiti berlinesi.
«Mi sono trovata bene in queste settimane trascorse a Scicli. La bellezza della città ti affascina, la gente che ho conosciuto ha avuto un influenza positiva ed è stato un piacere vivere e creare tra di loro. Spero di poter tornare in Sicilia e visitare i luoghi che la gente ha disegnato per me», racconta. Il periodo di residenza si è concluso con l’inaugurazione dell’esposizione che sarà visitabile fino al 23 giugno. Habitat #1 non è però l’unica traccia di Rebecca Agnes, che rimarrà a Scicli perché una delle sue opere è tra quelle selezionate per Audiovisioni digitali, mostra internazionale di ricerche audiovisive che si terrà nel centro ibleo a partire dal 31 maggio.
[Foto di Clang]
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