Secondo la procura di Agrigento, diversi docenti dell'istituto paritario Maria Rotolo di Menfi sarebbero stati obbligati a firmare buste paghe false. Nessun compenso in cambio del punteggio in graduatoria. A casa di Cani, amministratore della società che gestisce la scuola, in estate erano stati trovati timbri della Regione
Sciacca, insegnanti costretti a lavorare gratis Tra gli indagati anche deputato dell’Udc Cani
Dovevano lavorare gratis ed essere pronti a dimettersi in qualsiasi momento. È questa la situazione in cui si sarebbero trovati alcuni insegnanti del liceo delle scienze sociali Maria Rotolo di Menfi, in provincia di Agrigento. A indagare sull’istituto paritario, gestito dalla società Athena, è stata la procura della Repubblica di Sciacca che ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari a tre persone: Antonino Nugara, Antonino Corsentino, consigliere comunale a Menfi, e soprattutto Gaetano Cani, che, oltre a essere amministratore di Athena, è deputato regionale dell’Udc che ha fatto il suo debutto all’Ars nel giugno 2015, in seguito alle dimissioni del collega Calogero Firetto. Per tutti l’accusa è di estorsione.
Secondo gli inquirenti, infatti, i docenti del liceo Rotolo erano costretti, pena la minaccia di perdere il lavoro, a insegnare rinunciando al compenso e firmando buste paga false. Inoltre, era chiesto loro di sottoscrivere al momento del contratto di lavoro una lettera di dimissioni in bianco, così da dare la possibilità alla società di revocare l’incarico in qualsiasi momento. Unico beneficio per i professori, quello di acquisire il punteggio necessario per concorrere all’assegnazione di incarichi nelle scuole pubbliche.
La scorsa estate, Cani era stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Agrigento, con l’accusa di ricettazione e contraffazione di sigilli pubblici. A casa del deputato erano stati rinvenuti diversi timbri della Regione, che potrebbero essere serviti a falsificare diplomi e certificazioni. Da quell’accusa, l’esponente dell’Udc si era difeso affermando che si trattava di sigilli risalenti a decenni prima, privi ormai di qualsiasi validità.