Scempio dei beni culturali in Italia L’inchiesta della coppia Stella-Rizzo

«In Italia non abbiamo petrolio, né miniere o pampas sterminate. Abbiamo solo un’immeritata enorme ricchezza: la bellezza dei nostri beni culturali». Un tesoro che non viene curato, ma distrutto, denuncia il giornalista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella che ieri ha presentato al Monastero dei Benedettini il libro Vandali – L’assalto alle bellezze d’Italia, scritto insieme al collega Sergio Rizzo. Un’inchiesta dettagliata e amara su come nel nostro Paese si fa scempio del patrimonio culturale e artistico.

Davanti a un auditorium De Carlo colmo di uditori, tra cui pochi giovani, l’autore del best seller La casta – scritto sempre insieme a Rizzo – ha mostrato i risultati della noncuranza, della speculazione e dell’abusivismo che distruggono le ricchezze artistiche e deturpano quelle naturali. Al Nord come al Sud. Da Pompei a Torino, da Selinunte a Vercelli. «La differenza sta solo nel fatto che al Nord gli scempi sono autorizzati e al Sud no», dice Stella, mentre fa scorrere le immagini, suscitando lo sgomento degli spettatori. In una si vede l’Appia Antica, la strada più importante del mondo, vecchia millenni, su cui si permette il transito alle auto blu per far evitare ai politici i semafori dell’Appia Nuova. In un’altra il piccolo albergo San Pietro di Taormina in stile liberty, demolito per fare spazio al ben più voluminoso Grand hotel di proprietà dell’editore-direttore etneo del giornale La Sicilia Mario Ciancio. Centinaia di foto che mostrano come il Paese che possiede il numero maggiore di siti dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco – 45 per la precisione – sia anche quello che li sfrutta peggio. Una dura realtà che il cronista del Corriere spiega con franchezza, passione e ironia. Non sono infatti mancate le risate, seppur amare.

«Non basta avere un tesoro se poi si investe solo lo 0,19 per cento del Pil nell’unica grande bellezza che abbiamo. È un delitto», denuncia Stella. «Cosa si può fare per fermare lo scempio?», arriva – inevitabile – la domanda dal pubblico. «Diffondere queste storie. Coinvolgere i giovani e dare spazio alle loro denunce. Mi trovo spesso a leggere delle nostre ricchezze distrutte sui loro blog, anche se non sono il Corriere della Sera», risponde il giornalista.

E in un dibattito sul degrado delle bellezze d’Italia non si poteva non ricordare la situazione in cui versa il Collegio dei Gesuiti. Una storia che non si trova nel libro, ma di cui Stella ci assicura che si occuperà. Una vicenda di vandali proprio dietro l’angolo, che riguarda i catanesi, gli italiani e il mondo. E che vede i giovani come indignati lottatori.

[Foto di atta.]


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