È stato scarcerato il poliziotto Gaetano Rampello che ha ucciso il figlio Vincenzo di 24 anni a colpi di pistola in piazza a Raffadali, in provincia di Agrigento. L’agente 59enne, che era in servizio al reparto mobile della questura di Catania, poco dopo essere stato fermato aveva confessato di avere ammazzato il figlio, che avrebbe avuto anche un disagio psicologico, aggiungendo che «voleva soldi in continuazione per comprare prodotti di ultima generazione di elettronica». A gennaio, Rampello è stato condannato a 21 anni di reclusione. Una misura per cui la sua avvocata Daniela Posante ha presentato un’istanza che è stata accolta dalla presidente della corte d’Assise di Agrigento, Wilma Angela Mazzara, che ha sostenuto che l’omicidio sarebbe avvenuto in circostanze «assai peculiari che portano a escludere il rischio di reiterazione del reato». L’agente è stato scarcerato e sottoposto agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Per i giudici le esigenze cautelari si sarebbero attenuate anche in ragione «dell’atteggiamento collaborativo che induce a escludere il rischio di fuga». Alla luce della definizione del procedimento di primo grado di cui sono già state depositate le motivazioni, sarebbe stato escluso anche il rischio di inquinamento probatorio.
Stando a quanto lo stesso Rampello aveva confessato, avrebbe esploso 14 colpi della sua pistola di ordinanza contro il figlio che da anni lo avrebbe picchiato per estorcergli dei soldi. La Corte, che adesso lo ha scarcerato, ha escluso le aggravanti della premeditazione e riconosciuto le attenuanti generiche e della provocazione che hanno consentito di contenere molto la pena. L’omicidio è avvenuto l’1 febbraio nella piazza centrale della cittadina dell’Agrigentino dove i due si erano dati appuntamento. Occasione in cui, stando a quanto ha ricostruito il poliziotto, il ragazzo avrebbe preteso 30 euro. Dopo averli ricevuti, sempre secondo il racconto del padre, il 24enne lo avrebbe strattonato per costringerlo a consegnarli altri soldi. Secondo quanto lui stesso ha ammesso, dopo essere stato aggredito, Rampello ha estratto la pistola e gli ha sparato alle spalle. Poco dopo si è consegnato ai carabinieri che lo hanno individuato a una fermata del bus.
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