Scala dei Turchi è di nuovo chiusa. Interdetto l’accesso e il transito pedonale nell’area del promontorio di marna bianca nell’Agrigentino. Così ha deciso il commissario straordinario Carmelo Burgio che coordina il Comune di Realmonte dopo che la sindaca Sabrina Lattuca è stata sfiduciata a metà marzo. «Per assicurare la fruizione del pregevole sito, attraverso il […]
foto di MareAmico Agrigento
Scala dei Turchi è chiusa di nuovo: «Accesso vietato per tutela del bene»
Scala dei Turchi è di nuovo chiusa. Interdetto l’accesso e il transito pedonale nell’area del promontorio di marna bianca nell’Agrigentino. Così ha deciso il commissario straordinario Carmelo Burgio che coordina il Comune di Realmonte dopo che la sindaca Sabrina Lattuca è stata sfiduciata a metà marzo. «Per assicurare la fruizione del pregevole sito, attraverso il bilanciamento dell’esigenza di tutela del bene stesso con l’interesse collettivo alla fruizione, preservando l’esistenza materiale del bene e la sua integrità, presupposti di ogni politica di valorizzazione e fruizione – scrive Burgio in una apposita ordinanza – si stabilisce che la fruizione della Scala dei Turchi da parte di numerosi visitatori possa essere assicurata, in ogni caso, fino ai limiti della recinzione/staccionata che dovrà essere realizzata nella parte est del promontorio».

Niente passeggiate sulla scogliera, insomma. «Nell’ottica della fruizione, si rende necessario – si legge nel provvedimento – assicurare un servizio di controllo e regolamentazione degli accessi e, in considerazione delle poche risorse umane e finanziarie di questo Comune, è stato ufficialmente richiesto l’ausilio del libero consorzio attraverso l’impiego della polizia provinciale e del servizio di protezione civile». La Scala dei Turchi, per un contenzioso pubblico-privato, è rimasta off-limits per circa dieci anni. Poi grazie alla collaborazione del Comune con l’associazione MareAmico, era tornata fruibile lo scorso anno, con ingressi contingentati e dietro pagamento di un ticket. «Ci eravamo attivati anche per l’istituzione della fondazione che avrebbe dovuto gestirla e dare lavoro a diversi giovani disoccupati. Oggi – dicono gli attivisti di Mareamico in una nota – Realmonte e tutta la provincia hanno fatto un deciso passo indietro».