Settantasette anni fa è stata scoperta la vitamina C e da allora non ha smesso mai di sorprenderci. Il primo successo di questa molecola risale ai tempi in cui per i marinai era facile morire di scorbuto, non potendo alimentarsi con cibi freschi e con sufficienti quantità di frutta e verdura. Da qui il nome scientifico di acido ascorbico. Il composto antiscorbutico nel 1921 venne denominato vitamina C. Era il 1932 quando fu isolata e cristallizzata da Joseph Svirbel e da Albert Szent-Gyorgyi. Ogni anno nuovi studi ne confermano le potenzialità terapeutiche e ne rivelano nuovi effetti benefici: dalla prevenzione del semplice raffreddore alla terapia per le malattie cardiovascolari, e persino nella protezione da alcuni tumori, in particolare quelli derivati dal fumo.
Abbiamo posto alcune domande a studenti del nostro Ateneo. Da questo piccolo sondaggio è risultato uno stile alimentare abbastanza equilibrato. Riportiamo alcune dichiarazioni. Caterina (21 anni), studentessa di Lingue, afferma: ‹‹nella mia famiglia si fa un uso abbondante di vitamine, in generale: frullati, verdure (che ne contengono tante!) e anche integratori per sentire il proprio corpo più pulito e depurato››. Concorda Alessandro (23), iscritto al quarto anno di Farmacia, sull’importanza delle vitamine e aggiunge: ‹‹nel week-end triplico le dosi di vitamina C perché durante la settimana non riesco ad alimentarmi correttamente. Corro tutto il giorno, tra lezioni e laboratori, e spesso a pranzo mi accontento di un panino al volo. Quando posso mi concedo una mela o qualche altro frutto: arance e mandarini. Ma non sempre. La sera magari compenso››.
Si sa come viene assorbita e che aiuta a prevenire alcune allergie; aumenta le difese immunitarie dell’organismo; difende dagli effetti dell’inquinamento; rafforza ossa e denti; favorisce l’assorbimento di calcio e ferro e aiuta la cicatrizzazione delle ferite. Non solo: questa preziosa sostanza ha dimostrato di avere effetti positivi nei malati di Aids. Nelle donne, poi, è indicata in caso di cistiti ricorrenti (previene le infezioni al tratto urinario); e in gravidanza fa diminuire il rischio che si sviluppi una forma transitoria di diabete (2,5% dei casi). ‹‹Ha fatto tanto questa “santa” vitamina C negli ultimi 75 anni – affermano i ricercatori – ma potrebbe fare ancora di più››.
La dose consigliata oscilla tra i 45 e i 60 milligrammi al giorno. Ma ci sono studiosi che addirittura consigliano di arrivare fino a 9 grammi. La cosa certa è che basterebbero dunque un paio di arance e di kiwi, al giorno (vanno però mangiati a digiuno perché l’assorbimento è più facile), per assumere la quantità necessaria a prevenire l’insorgenza di molte malattie croniche, se non tutte, come dice Linus Pauling (premio Nobel per la Chimica nel 1954). Carla (25), studentessa di Scienze dell’Alimentazione, dice di preferire due arance rosse, carote a volontà, pomodori e un kiwi al giorno, e che non ha mai fatto uso di integratori. In più cura la pelle con creme antiossidanti a base vitaminica.
‹‹E se non fosse sufficiente un dieta corretta per garantire il giusto apporto di vitamine nell’organismo – sottolineano i ricercatori – o ci si trova dinnanzi a malattie quali il diabete, è sempre possibile e sarebbe più auspicabile farsi aiutare dagli integratori, permettendo così all’organismo di non eccedere con l’introduzione di zuccheri della frutta››.
I DATI DELLA NOSTRA REGIONE:
La Sicilia è la prima regione d’Italia per produzione di agrumi: 1 milione e 600mila tonnellate sui complessivi 2 milioni e 700mila prodotti in tutto il Paese. Nella nostra regione sono agrumentati 101.740 ettari di terreno, la maggior parte dei quali nella provincia di Catania (37.500 ettari) e di Messina (24.000 ettari). Il prodotto siciliano, però, è quasi del tutto lavorato fuori perché qui non esistono quasi per niente industrie di trasformazione. La Calabria, invece, trasforma il 75% del prodotto nazionale.
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