San Cristoforo, carrozzeria per smontare auto rubate Tre indagati per il «monopolio» dei pezzi di ricambio

Tra il tondicello della Playa e via Domenico Tempio. È in via Maria Santissima Assunta che ieri gli uomini delle volanti della polizia, assieme alla sezione di polizia giudiziaria della polizia provinciale, hanno trovato una centrale di riciclaggio e ricettazione di automobili rubate. Tre persone, due catanesi e un cittadino di Biancavilla, sono attualmente indagate: secondo le forze dell’ordine, avrebbero monopolizzato una fetta del mercato del traffico di pezzi di ricambio dalle vetture oggetto di furto. I poliziotti hanno fatto irruzione all’interno di un piazzale chiuso, al cui interno c’era quella che doveva sembrare una normale officina di carrozzeria. Lì, però, secondo gli investigatori venivano smontate le macchine illecitamente portate via ai proprietari. 


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

«Ricordate che in tutti i tempi ci sono stati tiranni e assassini e che, per un certo periodo, sono sembrati invincibili, ma alla fine, cadono sempre, sempre». È da un aforisma del mahatma Gandhi che ha preso spunto l’avvocata Alessandra Furnari nella sua discussione durante il processo per l’omicidio volontario aggravato di Emanuele Scieri, il parà siracusano 26enne in servizio militare trovato cadavere nell’agosto del 1999 […]

«Una macchina di imbrogli e di sotterfugi manzoniana che si è sviluppata sull’esigenza di un costrutto che doveva raccontare un’altra versione dei fatti». Così il procuratore di Pisa Alessandro Crini ha definito la ricostruzione da parte dell’esercito di quanto accaduto all’interno della caserma Gamerra nell’agosto del 1999 nel corso della sua requisitoria a cui è […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo