È durata poco l'istallazione realizzata da Marco Gue, rovinata giovedì notte. Gaetano Russo, presidente dell'associazione Panvision: «È lo stesso vandalo di piazza Teatro massimo, va fermato». «Sono necessarie multe per chi imbratta i beni comuni», gli fa eco il consigliere comunale del gruppo Con Bianco per Catania
San Berillo, imbrattato il murales di piazza delle Belle Lanzafame: «Serve un’ordinanza urgente del sindaco»
«Fermiamo bomboletta rossa». È l’appello che Gaetano Russo, presidente dell’associazione artistico-culturale Panvision, rivolge al Comune e ai commercianti di San Berillo. Giovedì notte il murales realizzato da Marco Gue in piazza delle Belle è stato sfregiato. Spiega a MeridioNews il presidente di Panvision: «Si tratta di un’opera concordata con l’assessorato al Decoro urbano e in regola con tutti i permessi. È stata rovinata dopo appena cinque giorni dalla consegna». Una proposta al sindaco Enzo Bianco, perché disponga al più presto un’ordinanza contro gli atti vandalici, è stata già presentata dal consigliere del gruppo Con Bianco per Catania Agatino Lanzafame.
A tuttora non c’è alcun indizio che possa portare al colpevole, tranne quei segni rossi. Ormai una firma, prosegue Russo: «È la stessa mano che ha già imbrattato la fontana dei delfini del XVIII secolo, in piazza Teatro Massimo, e le panchine in marmo lì vicino». Gli episodi «tutti simili tra loro, non vanno lasciati impuniti». Per aiutare le autorità a dare un volto a bomboletta rossa, Russo chiede «all’amministrazione comunale e ai commercianti della zona di mettere a disposizione i filmati che potrebbero avere ripreso l’accaduto». Il sospetto è che «ci sia dietro una faida tra le gang, di extracomunitari e non, che si contendono il centro storico come fosse terreno di conquista». I segni rossi potrebbero quindi essere un modo per marcare le zone di influenza. «Sono gli stessi che, quando le forze dell’ordine lasciano piazza Teatro Massimo, nella notte, danno sempre più spesso vita ad aggressioni di volta in volta più violente», continua il promotore di Panvision.
Attraverso istallazioni artistiche come quella di Gue, dice Russo, «vogliamo abbellire San Berillo, utilizzare la street-art come forma di comunicazione e attirare gente civile a visitare il quartiere». Gesti come quelli di giovedì «sono il manifesto dell’idiozia di certa gente, incivile e ingrata verso il patrimonio artistico che la circonda». Quel che è certo, conclude Russo, è che «il murales sarà ripristinato appena l’artista tornerà a Catania».
A chiedere «alle forze dell’ordine una maggiore presenza su strada, specialmente nelle ore serali e notturne» e a proprorre multe per «coloro che imbrattano e/o vandalizzano la proprietà pubblica e privata ed in particolar modo i monumenti e i beni con valore storico, artistico e culturale» è il consigliere comunale Agatino Lanzafame. Che chiama il sindaco a «emanare un’ordinanza urgente». Una presa di posizione che distingua «i writers, quelli veri, che ci aiutano a riqualificare la città, da alcuni teppisti imbrattino i nostri monumenti». Conclude: «E’ intollerabile che, mentre tanti giovani e tante associazioni si stanno impegnando insieme al Comune a lavorare per ridare decoro alla città, alcuni incivili continuano a pensare che le nostre piazze siano terra di nessuno dove poter fare i loro “porci comodi”».