Dopo le continue operazioni di polizia nel quartiere di San Berillo, che ieri parevano inizialmente portare allo sgombero di Palazzo De Gaetani in via delle Finanze, è stata immediatamente convocata da parte della rete cittadina di associazioni e spazi sociali una assemblea cittadina in via Carro, proprio nel cuore del quartiere. Durante l’incontro sono state qualificate le ultime azioni di polizia come conseguenza della circolare inviata dal ministero dell’Interno a inizio mese, in cui si sollecitavano le questure a organizzarsi per procedere agli sgomberi di tutte le presenze illegali negli stabili occupati. Anche senza l’ausilio dei servizi sociali per i meno abbienti.
«È chiaro che ci sia un disegno politico che va a cascata dal governo nazionale e fino al Comune», sostengono gli attivisti del circolo Arci Melquiades e Sorcio rosso. «Nonostante tutto, però, i problemi non si affrontano alla loro radice: l’assenza di servizi sociali, le difficoltà lavorative, il tema del diritto alla casa che è escluso dal dibattito pubblico – proseguono – Davanti al bisogno di sopravvivere, le persone cercano la soluzione più semplice. Ma è sulla loro pelle che si cercano soluzioni». Come l’occupazione di stabili abbandonati. «Sappiamo benissimo che molti di questi palazzi sono già stati acquistati e che presto saranno ristrutturati, visti gli interessi dei proprietari». E vista anche la prospettiva di rinnovamento del quartiere, che parte anche dai lavori per il nuovo corso dei Martiri.
«Anche il Teatro Coppola è un posto occupato – interviene Luca, tra gli attivisti che animano la struttura di via Vecchio bastione – Il tema dello sgombero, ormai, è sentito da tutte le realtà simili a livello nazionale. E bisogna anche fare una riflessione sul fatto che quanto sta accadendo in questo momento arriva in un momento dell’anno particolare, con l’inverno alle porte». Con l’emergenza freddo, quindi, che rischia di rendere insostenibile la situazione per i senza fissa dimora del territorio cittadino. Nell’attesa che vengano aperte, come promesso, i nuovi edifici d’accoglienza negli immobili confiscati alla criminalità organizzata. Nel frattempo, le associazioni catanesi si organizzano: per il prossimo 6 ottobre è fissata una manifestazione sul diritto all’abitare.
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