Era stato raggiunto ieri sera a San Giovanni La Punta da quattro colpi di pistola. Sparati a pochi metri di distanza, da dove era difficile sbagliare. È proprio la dinamica dell'aggressione che fa pensare a chi indaga sul caso che si trattasse di un segnale lanciato all'ex reggente del clan, da poco uscito dal carcere e inserito tra i 500 ricercati più pericolosi d'Italia
Mafia, fuori pericolo il boss dei Laudani ferito ieri Gli inquirenti: «Le pallottole erano un avvertimento»
È stato un vero e proprio agguato quello messo in atto nei confronti di Francesco Pistone, detto Vurpitta, il pregiudicato di 53 anni di San Giovanni La Punta, vittima ieri sera di un attentato perpetrato da un killer solitario. Erano passate le 19.30 quando all’ingresso di un bar di viale della Regione, a San Giovanni La Punta, succede il parapiglia con il fuggi fuggi generale.
Pistone si trova all’ingresso del bar quando gli si è avvicinato, a piedi, un uomo, il quale a pochi passi dalla vittima ha esploso quattro colpi da una pistola calibro 7.65, raggiungendolo al braccio e alle gambe. Portato all’ospedale Cannizzaro di Catania, il pregiudicato non sarebbe in pericolo di vita. Le indagini dell’attentato sono coordinate dal sostituto procuratore della Dda di Catania Alessandro La Rosa e affidate ai carabinieri della compagnia di Gravina di Catania e agli uomini del nucleo operativo del comando provinciale etneo.
Secondo gli inquirenti, a Pistone sarebbe arrivato un avvertimento: è chiaro che l’intento del sicario non era quello di uccidere, se si pensa che ha sparato a pochi metri di distanza, ma un segnale forte lanciato all’uomo, uscito da poco dal carcere. Un regolamento tutto interno al clan oppure contrasti con gruppi rivali operanti sempre sul territorio. Ricostruendo la carriera di Francesco Pistone, il 53enne puntese dal 2000 al 2004 ha retto il clan dei Laudani. Fu arrestato nell’agosto del 2004 dopo un periodo di latitanza: era stato inserito dal Ministero dell’Interno tra i 500 ricercati più pericolosi d’Italia. L’uomo era stato condannato per associazione mafiosa.