Rosa abbonati al festival delle chance sprecate Sul campo del Bari un punto e tanto rammarico

Chi pensava che l’abbonamento del Palermo al festival delle occasioni sprecate fosse finalmente scaduto deve ricredersi. L’abbonamento è ancora valido e i rosanero lo hanno esibito con masochismo anche allo stadio San Nicola in occasione del 2-2 rimediato contro il Bari nella trentaseiesima giornata del girone C. Un risultato che ha dell’incredibile se si considera che fino ad un quarto d’ora dalla fine del match gli uomini di Filippi erano meritatamente in vantaggio di due reti (a segno l’ex di turno Floriano che al 30’ del primo tempo ha trasformato un calcio di rigore procurato da Kanouté e al 10’ della ripresa Santana, entrato all’alba della seconda frazione di gioco al posto proprio di Floriano, con un destro che ha sorpreso sul suo palo il portiere Frattali) nell’ambito di una partita che la squadra stava giocando con ordine e lucidità al cospetto di un avversario sfiduciato e anche in confusione.

E invece da questo Palermo bisogna aspettarsi di tutto. Nel bene, come avvenuto in alcune circostanze in questa stagione ricordando ad esempio il pareggio in nove uomini a Catanzaro o il pari e la vittoria nei due derby con il Catania, e anche nel male in relazione alla capacità della compagine guidata prima da Boscaglia e adesso da Filippi di complicarsi la vita e farsi del male da sola. Il difetto, visibile allargando lo zoom sulle ultime settimane già in occasione del blitz vincente a Caserta e poi anche a Monopoli in un match perso clamorosamente a causa di una rimonta subita nel finale, è emerso un’altra volta: solo una squadra che eccelle in autolesionismo come quella rosanero poteva ‘riuscire nell’impresa’, con due gol di vantaggio, di fare rientrare in partita questo Bari – vulnerabile e ancora prigioniero delle proprie incertezze figlie pure della sconfitta di misura subìta otto giorni fa ad Avellino – e non conquistare l’intera posta in palio in una sfida assolutamente sotto controllo. Chi non ha seguito la gara e legge Bari-Palermo 2-2 può essere indotto a pensare che gli ospiti hanno conquistato un ottimo risultato su un campo molto difficile contro una delle squadre più attrezzate del girone C di serie C.

E in effetti, a prima vista, il pari sembra accettabile anche perché muove la classifica ma in questo caso, analizzando il modo in cui è maturato, accogliere con soddisfazione questo punteggio è obiettivamente sul fronte rosanero un esercizio complicato. Una squadra che ha saputo mettere il match in discesa attraverso una prova peraltro di grande spessore, impostata sulle certezze e la fiducia acquisite dopo il successo interno con il Foggia, non può gettare al vento l’occasione di portare a casa i tre punti. Di chi sono le responsabilità? Partendo dal presupposto che a causa di limiti di natura tecnica e caratteriale la compagine rosanero non ha nelle proprie corde la capacità di amministrare un risultato, ci ha messo del suo anche il tecnico Filippi sbagliando la gestione dei cambi nell’arco dei 90 minuti come dimostra il fatto che nella porzione finale dell’incontro la squadra è rimasta in dieci con Almici out per un infortunio muscolare e insostituibile dato che i tre slot a disposizione per le sostituzioni erano già terminati.

E’ successo qualcosa di simile mercoledì al Barbera con il Foggia. Una relazione diretta causa-effetto non è dimostrabile nel senso che il Palermo oggi non ha subìto la rimonta dei biancorossi perché si è ritrovato in inferiorità numerica ma le mosse effettuate da chi era in panchina (al netto di imprevisti come acciacchi o infortuni che comportano un cambio forzato un allenatore dovrebbe, con lungimiranza, tenere conto di diverse variabili e fare in modo di non ritrovarsi nelle condizioni di non potere effettuare più sostituzioni nell’ultimo segmento del match) hanno agevolato certamente il compito dei padroni di casa. Che dopo avere accorciato le distanze al 75’ con Mercurio (subentrato al 58’ all’ex di turno Rolando) con un tiro ‘sporco’ deviato dal neo-entrato Lancini hanno sfruttato l’inerzia favorevole alimentata dal gol e al 90’ hanno ristabilito la parità con un acuto del difensore Perrotta lasciato colpevolmente solo in area e libero, nel fazzoletto di campo presidiato nel caso specifico da Marong – entrato dopo l’intervallo al posto di Marconi – anche se la sbavatura è più di reparto, sugli sviluppi di un cross proveniente dall’out destro di indirizzare il pallone verso l’angolino con un colpo di testa.

E’ l’ennesima dimostrazione che uno dei tratti distintivi del Palermo targato 2020/21 è l’inaffidabilità, caratteristica che in ottica playoff – obiettivo per il quale manca solo il supporto della matematica nonostante la mancata vittoria nella gara odierna – autorizza, purtroppo, un certo pessimismo. Saranno gare da dentro o fuori e se non verrà eliminato quel senso di precarietà amplificato dalla facilità con cui la squadra commette determinati errori (anche in termini di atteggiamento se prendiamo come parametro di riferimento l’impatto che ha avuto sulla partita l’attaccante Saraniti entrato al 71′ al posto di Rauti alle prese con i crampi) i rosanero non potranno fare tanta strada.


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