Riscossioni Sicilia, “Operazioni trubole” in corso…

Si racconta che, a un certo punto, a furia di guardare le ‘carte’ di Riscossioni Sicilia, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, abbia esclamato: “Insomma, la facciamo finire o no ‘sta manciuglia!”.

In effetti, in questa società che si occupa della riscossione dei tributi in Sicilia, controllata dalla Regione siciliana con il 90 per cento delle azioni (il restante 10 per cento fa capo ad Equitalia, anche se i maligni sostengono che il vero ‘capo’ è l’onorevole Riccardo Savona, lo sgusciante parlamentare regionale passato dalle ‘scuderie’ di Raffaele Lombardo alla maggioranza del presidente Crocetta attraverso Grande Sud di Gianfranco Miccichè dove è stato rieletto, ma da dove è andato via un minuto dopo la rielezione…) i casini sono tanti. Forse troppi.

Qualche giorno fa abbiamo regalato ai nostri lettori un servizio su un’interpellanza firmata in tandem da Giorgio Ciaccio, parlamentare del Movimento 5 Stelle, e da Fabrizio Ferrandelli, esponente del Pd siciliano, ma pronto a dare battaglia nonostante militi – anche se da poco – in un Partito-palude.

In questa società tutti, come dire?, se la toccano con il mignolo. ‘Operazioni’ di qua, ‘operazioni’ di là. Nell’interpellanza – andatevi a rileggere l’articolo – abbiamo letto e scritto cose ‘turche’. Cose che un assessore regionale chiamato a controllare questa strana ‘baracca’ – in questo caso l’assessorato regionale è quello all’Economia – dovrebbe subito rimettere a posto. Invece l’attuale assessore all’Economia della Regione, Luca Bianchi, con la scusa che viene da Roma ed è pure meridionalista, fa ‘il bello addormentato nel bosco’.

Oltre a quello che avete letto nell’articolo di qualche giorno fa, ci sono altre ‘cosucce’.. Indiscrezioni, s’intende. Però interessanti. Fatti, personaggi e cose che danno la misura – colma – di un andazzo deviato per “interessi esterni”.

La riorganizzazione degli uffici, per esempio. Secondo voi gli uffici di una società pubblica importante li riorganizzano gli amministratori pubblici in uscita o quelli nuovi che stanno per arrivare? La domanda non è oziosa. Perché gli amministratori in uscita li ha voluti il passato Governo di Raffaele Lombardo. I nuovi dovrebbe nominarli il Governo Crocetta.

Che fanno, invece, i vecchi amministratori? Riorganizzano la società. Promuovendo, spostando e creando, addirittura, nuove figure dirigenziali! I cambi, poi, sono stati fatti al’incontrario: chi sapeva fare una cosa è stato messo a fare una cosa che non sa fare. Così, tanto per sparigliare le carte, per la gioia di Riccardo Savona, di Nino Giuffrè e di altri potenti della politici.

Sembra che il colpo di mano sia opera della presidente dimissionaria, Benedetta Cannata, consigliata dai suggerimenti dei consiglieri in quota allo sgusciante parlamentare di cui sopra. Sembra che tutto questo sia stato architettato alle spalle del direttore generale, il quale, si racconta, ignaro di tutto ciò stava trascorrendo qualche giorno di ferie fuori Palermo.

È a questo punto che il dottore Giovanni Foti, vice presidente del consiglio di amministrazione della società,, entra in gioco, costretto a prendere in mano la patata bollente lanciatagli dalla Cannata un istante prima di darsela a gambe levate!

Povero Foti! Tutta la politica che ha le mani in pasta nella società Riscossione Sicilia (in pratica, quasi un terzo dell’Ars) si è riversata su di lui. Coro unanime: “Ti senti bene?”.

Si racconta che, l’indomani, Foti stava ‘benissimo’. Tanto bene da far sospendere l’attuazione della riorganizzazione che la Cannata, invece, avrebbe voluto istantaneamente attuata: della serie “caro direttore, sospenda tutto, abbiamo scherzato.”.

Resta, comunque, il dubbio circa la volontà della Regione siciliana che ad oggi non si è ancora espressa: non una parola né dall’assessore Bianchi, né dal presidente Crocetta. Quando decideranno di prendere una chiara posizione su questa tormentata vicenda, resa ancora più “trubola” da questo colpo di mano attuato subito dopo l’esito dell’ispezione ordinata da Bianchi? Quando nomineranno un nuovo consiglio di amministrazione? E, soprattutto, saranno capaci di svincolarsi delle vecchie logiche di bottega per individuare un management autorevole e competente, capace di guidare in acque più tranquille questa nave che sembra stia andando alla deriva? O pescheranno il solito trombato delle ultime elezioni?

Un’altra bella storia è quella della gara d’appalto per la notifica. Scaduto il contratto con la TNT, il vecchio consiglio di amministrazione capitanato da Benedetta Cannata concede inspiegabilmente solo tre mesi di proroga nell’attesa di definire la gara d’appalto. Fin qui tutto appare normale. Ma così non è: i ‘volponi’ della politica sapevano bene che la loro unica chance avrebbe potuto essere una gara negoziata. Così è stato!

Tre mesi di proroga non sono bastati (chi voleva sapeva) a definire la gara; e allora ecco uscire dal cilindro la strada più breve e, apparentemente, più semplice per dare in appalto quello che forse è il servizio più importante della società! La “gara negoziata” è stata aggiudicata la ditta Fulmine (anche i ful9imi sgusciano da cielo).

Sarebbe interessante che l’assessore Bianchi si esprimesse su questo strano modo di condurre le gare. Sembra, inoltre, che su questa gara abbia puntato gli occhi il presidente Crocetta. Dice che ci vuole vederci chiaro. Chissà!

Altro giro, altra corsa: la gara informatica. Questo servizio era gestito da oltre quindici anni da un paio di società approdate in esattoria ai tempi della gestione bancaria. Come per le notifiche, anche questo servizio è stato messo giustamente a gara, dato che il rapporto era in proroga. La gara viene indetta ma… partecipa solo uno degli attuali fornitori… Motivo per cui il consiglio di amministrazione decide di avvalersi di un cavillo del capitolato annullando la stessa gara.

Le ditte, comunque, restano fornitrici del servizio in proroga ma, diversamente dal servizio di notifica, qui i volponi (sempre della politica) escogitano un altro piano: quello del “disfizziamento”, frapponendo ostacoli al pagamento di quanto dovuto.

Così facendo, il “disfizziamento” ha effetto e le società fornitrici riducono il loro impegno, fino ad arrivare a fine febbraio – e siamo ai giorni nostri – quando decidono di abbandonare il campo. Riscossione Sicilia, che oggi è totalmente scoperta nella manutenzione Informatica, al primo problema tecnico sarà costretta a tornare alla “cara vecchia Bic”!

Certo c’ è sempre anche qui, dietro l’angolo, la facile soluzione della gara negoziata! Sotto a chi tocca… Tutto chiaro, no?! Oggi inizia un’altra settimana del vice presidente, dottor Foti! L’azienda è nelle sue mani. Cosa deciderà di decidere?

 


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