Blackout a Catania, ecco come chiedere il risarcimento per disservizi di luce e acqua

L’emergenza energia elettrica che ha riguardato la Sicilia e, in particolare, la città di Catania e l’intera provincia sta rientrando ma sono pesanti i danni sul territorio, colpito nei suoi gangli vitali: imprese, aziende turistiche, cittadini fragili, enti pubblici. Danni per milioni di euro che hanno messo in ginocchio l’area etnea. Sulla base di questo, il segretario regionale dell’associazione dei consumatori Centro per i diritti del cittadino (Codici Sicilia) Manfredi Zammataro preannuncia la presentazione di un esposto in procura per accertare le responsabilità di questo disastro e chiede adeguati indennizzi per ristorare gli utenti dei danni subiti. Nel capoluogo etneo, ci sono persone rimaste senza acqua corrente in casa per dieci giorni e senza energia elettrica anche per 120 ore consecutive. «È una situazione intollerabile che ha causato danni irreparabili per milioni di euro, soprattutto per una città come Catania – commenta Zammataro – con  un’area metropolitana che supera il milione di abitanti e che ha visto in questi anni un flusso costante di presenze turistiche».

Per il presidente di Codici è E-distribuzione a dovere rispondere di «un mancato adeguamento infrastrutturale. La Sicilia è al primo posto in Italia per numero di interruzioni di energia elettrica e per tempi di sospensione del servizio. L’apocalisse vissuta a Catania – sottolinea Zammataro – non può passare sotto silenzio: anziani ricoverati per il gran caldo, ospedali costretti a rinviare le visite ambulatoriali, lidi che hanno dovuto chiudere in piena stagione estiva, bar e negozi che hanno dovuto smaltire enormi quantità di cibo andato a male, sale ricevimenti che hanno dovuto annullare eventi, alberghi che hanno accolto clienti senza luce e acqua». E, intanto, si cerca di chiarire cosa non abbia funzionato. «Nel piano di lavoro per l’incremento della resilienza del sistema elettrico 2022/24 – spiegano da Codici – redatto da E-Distribuzione, erano previsti i rischi di distacchi per le alte temperature e per la maggiore richiesta di energia. Allora ci chiediamo come mai Enel distribuzione non ha potenziato per tempo la rete e l’infrastruttura? Davvero si doveva attendere un evento così catastrofico affinché si comprendesse da parte del distributore la necessità di una grande azione di riqualificazione delle rete energetica ormai vetusta? E perché a farne le spese devono essere i cittadini, gli imprenditori e le comunità locali?».

Domande che l’associazione dei consumatori mette nero su bianco predisponendo un esposto da depositare in procura per chiedere accertamenti: «Quello che è accaduto, era evitabile? E, in caso affermativo, chi sono i responsabili di questo disastro? Chi ha sbagliato dovrà pagare e a poco serviranno gli indennizzi previsti dall’Arera per gli utenti a fronte del grave danno subito». E ci sono cittadini a cui spettano gli indennizzi automatici, somme che il gestore deve versare per mancato rispetto degli standard specifici di qualità fissati dall’autorità e che gli utenti si ritroveranno nella prossima bolletta. «In particolare – precisa Zammataro – la delibera 172/07 dell’Arera individua gli standard territoriali, ossia la durata dell’interruzione di energia elettrica senza preavviso, che, se oltrepassata, dà diritto all’indennizzo automatico». Per le città con alta concentrazione (più di 50mila abitanti) la durata massima del distacco non può superare le otto ore, nei centri di media ampiezza con media concentrazione (tra 5000 e 50mila abitanti) le 12 ore mentre nei paesi e aree rurali con bassa concentrazione (meno di 5000 abitanti) il tetto massimo è di 16 ore.

Questi sono gli standard che si applicano alle utenze domestiche e alle imprese a bassa tensione, mentre per le imprese in media tensione il tetto massimo sarà di quattro, sei e otto ore. Al superamento di questi standard si ha diritto all’indennizzo automatico che sarà cosi quantificato: per le utenze domestiche è previsto un indennizzo che varia dai 30 euro fino ad una soglia massima di 300 euro. Per i  consumatori e le imprese con potenza inferiore o uguale a 100 kW sono indennizzi che variano dai 150 euro, fino ad un massimo di 1000 euro, mentre per le utenze di consumatori con potenza superiore a 100 kW, è previsto l’importo di 2 euro per ogni kW, più 1 euro a kW ogni quattro ore, fino alla soglia massima di 3000 euro. Per le imprese con potenza superiore a 100 kW, in media tensione, sono previsti 1,50 euro per ogni kW e 0,75 euro a kW per ogni ulteriori due ore, fino ad un massimo di 6000 euro.

Il versamento dell’indennizzo automatico non esclude, per l’utente, la possibilità di rivolgersi al tribunale per ottenere anche l’ulteriore risarcimento del danno subito. «Per questo – afferma Alessandra Votta, esperta del settore energetico di Codici – consigliamo di verificare che gli elettrodomestici funzionino regolarmente. In caso contrario, è importante segnalare il danno subito e fornire la documentazione dell’elettrodomestico messo fuori uso dal blackout (lo scontrino e la garanzia). Non bisogna gli effetti sulla salute per chi magari non ha potuto utilizzare un’apparecchiatura medica o si è ritrovato senza aria condizionata o ha dovuto buttare dei farmaci. Pensiamo, inoltre, a chi magari essendo in smart working e non ha potuto consegnare in tempo un lavoro». Situazioni diverse, tutte delicate. «Ci sono giunte segnalazioni – riferisce Votta – da condomini che hanno visto arrivare un camion con un gruppo elettrogeno. L’elettricità è tornata, ma sono stati costretti a vivere con le finestre chiuse per attutire il rumore assordante. Anche questo è un disagio. Il consiglio – conclude – è di prendere nota dei disservizi, registrando durata e conseguenze, e di segnalare tutto. Eventi del genere, per quanto eccezionali, non possono e non devono ricadere sui consumatori».


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