Il primo cittadino Enzo Caragliano decide di ricordare il fratello. Ex deputato Ars, democristiano di peso e medico fu coinvolto nello scandalo degli anni '80 per le tangenti all'ospedale Vittorio Emanuele di Catania. «Ha fatto così tanto in vita che quella storia è annullata», si difende
Riposto, premio alla memoria di Nino Caragliano Condannato per tangenti. «Ma ha dato lavoro»
«Deve necessariamente esserci qualcosa di distorto nel concetto di etica, morale e probità civica che hanno gli amministratori di qualsiasi colore politico di questo paese». Così Carmelo, cittadino di Riposto, denuncia la scelta dell’amministrazione comunale di intitolare un premio internazionale – all’interno dell’annuale Festa del mare – alla memoria di Nino Caragliano, figura politica di riferimento per gli ex democristiani ripostesi e non solo. Medico, ex deputato regionale siciliano e braccio destro di Antonino Drago, Caragliano è stato condannato per una storia di tangenti che lo coinvolse in qualità di presidente dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania. La scelta di intitolargli un premio viene dal fratello, Enzo Caragliano, attuale primo cittadino di Riposto, eletto con il centro-destra. Ma il ricordo dell’onorevole non ha colore politico: già qualche anno fa, l’allora sindaco Carmelo D’urso – ex Pci, poi Pd -, oggi consigliere comunale d’opposizione, aveva inaugurato via Nino Caragliano.
Fino alla sua morte, Nino Caragliano è uno degli uomini più potenti della sanità siciliana e della politica etnea. Un camice bianco prestato alla politica, capace di scalare le gerarchie della Democrazia cristiana accanto a un pezzo da novanta come Antonino Drago. Consigliere comunale, sindaco del Comune di Riposto, ma sopratutto deputato regionale della corrente andreottiana per due legislature, il nome di Caragliano è legato alle tangenti nelle forniture all’Usl 35 di materiali e apparecchiature sanitarie tra il 1979 e il 1987. Periodo in cui ricopre il ruolo di presidente dell’ospedale Vittorio Emanuele. Nel 1993 viene condannato in via definitiva a tre anni e otto mesi per concussione, insieme all’ex deputato regionale Gioacchino Platania e altri otto funzionari. L’inchiesta accerta un giro di bustarelle per oltre due miliardi di lire. Decisiva per la ricostruzione dei fatti è la confessione di Giuseppe Torrisi, uno dei fornitori. Come racconta un articolo del quotidiano La Repubblica degli anni ’90, l’uomo rivela ai magistrati la presenza di un vero e proprio tariffario in nero con percentuali variabili dal cinque al 20 per cento. Caragliano sconta la sua pena ai servizi sociali.
Oggi il fratello, Enzo Caragliano, siede sulla stessa poltrona al Comune di Riposto. Eletto nel 2013 nelle file del Pdl più tre liste civiche, anche lui medico, è dirigente del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania. Col fratello, oltre alla professione, condivideva la fede politica democristiana, coltivata fin dagli anni ’70 nel movimento giovanile. Caragliano jr respinge le polemiche sull’intitolazione di un premio al fratello. «Ha fatto così tante altre cose nella vita, che quella storia della condanna è più che annullata», dice a MeridioNews. La lista delle opere di bene portate avanti da Nino Caragliano è lunga, secondo il parente: «Da medico ha fatto nascere più di 20mila bambini – continua l’attuale primo cittadino – Come sindaco ha rinnovato interi quartieri e, da tutte le cariche che ha ricoperto, i cittadini hanno tratto grande vantaggio…». Un riferimento che resta vago solo per poco. «Posti di lavoro», specifica il sindaco. Meno chiaro è invece quali siano i requisiti per essere premiati alla memoria di Nino Caragliano: «Il premio andrà a chi nella vita ha avuto cariche nel sociale – spiega Enzo Caragliano senza entrare nel dettaglio – e ha saputo impegnarsi al massimo della propria crescita».