«Portate donna Franca a casa, è simbolo di Palermo» Perché storici e web sono contro vendita del ritratto

In meno di quarantotto ore i social network sono impazziti alla notizia della messa all’asta del ritratto di Donna Franca Florio, realizzato nel 1901 dal pittore Giovanni Boldini. In realtà però non si tratta di una notizia dell’ultim’ora, come ha scritto ieri MeridioNews. Il dipinto, infatti, ha lasciato Villa Igiea nel 2015, a seguito del fallimento della Società Acqua Marcia. Anche allora, una polemica durata un paio di giorni è infuriata su Facebook, a colpi di post in cui si discuteva su come fare tornare il ritratto a Palermo. Poi, l’oblio. Nel frattempo il ritratto della bella Franca è stato in mostra a Forlì, e il prossimo marzo lo sarà a Roma. Le procedure di vendita, invece, inizieranno ufficialmente solo nelle prossime settimane.

Quello degli ultimi giorni sarebbe dunque un déjà vu di quanto accaduto due anni fa: dibattiti vulcanici, gruppi creati ad hoc, petizioni, crowdfunding, richieste di intervento alla pubblica amministrazione, tutto ciò per tentare di riportare Franca a casa sua perché – come si legge sempre più spesso sui social in queste ore – «quel ritratto è il simbolo di Palermo». Cosa rappresenta il dipinto di Franca Florio per i palermitani e perché si sia innescata questa concitata querelle virtuale, lo abbiamo chiesto al professore Piero Longo, storico dell’arte e presidente della sezione palermitana di Italia Nostra.

«Franca Florio – ha detto Longo – in quegli anni fu la donna più rappresentativa d’Italia, bella, ricca ed era considerata da tutti una regina. Ecco il motivo dell’attenzione su questo ritratto: esso rappresenta l’epoca d’oro di Palermo, tanto da diventare oggetto di dibattiti e a volte anche di mitizzazioni, come accaduto nelle ultime ore sui social network».

Bellissima, raffinata, sensuale, Franca Forio è stata senza dubbio un simbolo indiscusso della Belle Époque palermitana, icona di stile e di eleganza che per la sua classe fu chiamata da Gabriele d’Annunzio l’Unica. Un immaginario, quello attorno alla storia e alla personalità di Donna Franca, che trova la massima espressione proprio nel ritratto che il pittore Giovanni Boldini le fece nel 1901: qui è dipinta con un abito scollato e in posa ammiccante, con una lunga collana di perle che la rendeva una delle donne più ammirate e invidiate d’Europa.

«Si tratta di un dipinto – ha aggiunto – realizzato da uno dei più importanti ritrattisti dell’epoca, Giovanni Boldini, arrivato a Palermo proprio nel momento in cui la città fu punto di riferimento culturale e crocevia di artisti di tutta l’Europa. I Florio portarono a Palermo le industrie, la cultura, le mode e fecero della città un polo di attrazione per i più importanti e influenti personaggi dell’epoca, come l’imperatore tedesco Guglielmo II, che trascorreva i suoi soggiorni in città come loro ospite» ha concluso. 


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Cosa significa il dipinto per i palermitani e perché si sia innescata questa querelle virtuale, lo abbiamo chiesto al professore Piero Longo, studioso dell’arte e presidente della sezione palermitana di Italia Nostra: «Rappresenta l'epoca d’oro della città, tanto da diventare oggetto di dibattiti e mitizzazioni»

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