Nelle ultime ore si fanno sempre più insistenti le voci su possibili cambiamenti all’interno della giunta regionale. Fratelli d’Italia vorrebbe la testa di Mimmo Turano, che con la sua Lega non ha supportato il candidato del centrodestra unito – si fa per dire – a Trapani causandone la sconfitta. Un’onta mal digerita dai meloniani, che avevano trovato in Maurizio Miceli un candidato di partito e un’ulteriore medaglia da esibire alla fine di una fortunata tornata elettorale. Sul capo di Giovanna Volo, assessora alla Salute, invece, pesa da settimane persino una mozione di sfiducia, presentata all’Assemblea regionale dai gruppi di Cateno De Luca. E che dire dei rapporti sempre più tesi tra lo stesso Schifani e Marco Falcone? I nomi sulla graticola sono comunque tanti e come al solito, la palla avvelenata è nelle mani del mediatore Schifani.
Qualcuno aveva fissato la deadline entro cui muovere le pedine a palazzo d’Orleans a dopo le Amministrative, qualcun altro a dopo l’estate. In realtà, prende sempre più corpo la possibilità che l’ex presidente del Senato possa decidere di accontentare tutti, ma senza accontentare nessuno. In che modo? Scegliendo di lasciare tutto così com’è. Da parte sua, tanti sono gli alibi di Turano, che dichiara di avere dato il suo personale appoggio a Miceli su Trapani. E difficile è smentirlo fino in fondo: d’altra parte, i suoi uomini di riferimento sul territorio vantano pur sempre un’autonomia propria e non è un caso che molti non abbiano seguito l’assessore nella trasmigrazione da Udc a Lega. Di certo non lo hanno fatto gli assessori uscenti di Giacomo Tranchida, sindaco rieletto, che hanno ripresentato la stessa lista – nel nome e nel logo – con cui avevano sostenuto il primo cittadino cinque anni prima, una scelta che tecnicamente non si può imputare a Turano, difeso anche dall’uomo forte della Lega alla Regione, Luca Sammartino, vice di Schifani, che ha invitato tutti a una riflessione.
Riflessione che non può prescindere dal fatto che in tanti dei 128 Comuni al voto il centrodestra non sia andato compatto, spesso preferendo le sirene di Cateno De Luca per apparentamenti neanche troppo improbabili. E riflessione che a questo punto dovrebbe riguardare anche gli altri assessori regionali, non tanto per un fatto di obbedienza politica, quanto per una questione strettamente legata ai risultati: si guardi per esempio all’accoppiata di Fratelli d’Italia Scarpinato-Amata, rispettivamente ai Beni culturali e al Turismo. Dei due assessori in questi mesi ci si ricorda più per l’imbarazzo dell’affaire Cannes, che ha portato Schifani a decidere di scambiarli di posto. Una valutazione che potrebbe essere estesa a gran parte della giunta, in cui il cuffariano Andrea Messina e il meloniano Alessandro Aricò sembrano al momento gli unici a poter dormire sonni tranquilli.
E Mentre Marco Falcone, assessore al Bilancio, di fatto commissariato dal consulente speciale Armao, può giocarsi la carta del buon risultato elettorale dei suoi – visto che pare essere cosa che conta di questi tempi – persino su Giovanna Volo le valutazioni potrebbero essere cambiate. Da quando è entrato in azione al suo fianco l’ex europarlamentare Salvatore Iacolino, alla guida del dipartimento di Pianificazione, gli imbarazzi e i lunghi silenzi dell’assessora si sono sciolti e l’assessorato adesso cammina in maniera più spedita. Da qui, anche da qui, la possibile soluzione del “tutti responsabili nessun responsabile“, con il presidente della Regione che potrebbe decidere di andare avanti con la sua squadra nata subito dopo l’elezione. Oppure di stravolgere tutto, accontentando comunque tutti e allo stesso tempo scontentandoli.
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