Ars, Volo ancora impreparata all’interrogazione parlamentare. Sempre più probabile la sua sostituzione

Se non è stata scena muta poco ci è mancato. Non si fermano gli strascichi delle polemiche dopo l’audizione, se così si può chiamare, dell’assessora regionale alla Salute, Giovanna Volo, che per la seconda volta – su due – in pochi mesi si è presentata di fronte al parlamento siciliano senza le dovute risposte ai 14 quesiti posti dai vari parlamentari.

E ancora una volta sono stati gli stessi uffici dell’assessorato a lasciare l’assessora senza parole. Non è un segreto che è ormai prassi di questo governo presentarsi alle interrogazioni col copione scritto dai burocrati, da leggere in pubblico per soddisfare più o meno le istanze dei parlamentari. E il pensiero non può non correre alle voci, di cui MeridioNews ha già parlato giorni fa, che vorrebbero l’assessora tecnica in quota Forza Italia come possibile epurata nella prossima «revisione» della giunta, per usare le parole di Renato Schifani.

Al suo posto non solo la suggestiva quanto ambigua ipotesi di vedere Caterina Chinnici, che così completerebbe la metamorfosi tornando a ricoprire una carica istituzionale per un governo di Centrodestra dopo l’esperienza alla corte di Raffaele Lombardo, ma i nomi sono diversi in lizza. Su tutti quello di Francesco Cascio, che nella sua seconda vita politica non ha ancora ritrovato la gioia di un incarico di primo piano, tanto da doversi accontentare – si fa per dire – della guida di Sicilia digitale. Non esattamente il suo habitat, per lui che è un medico e certo non disdegnerebbe l’onere di una poltrona così importante.

Intanto contro Volo si scaglia anche Ismaele La Vardera, deputato di Sud chiama Nord, che già la scorsa volta aveva presentato interrogazione senza ricevere risposta per lui soddisfacente. «Con il massimo rispetto nei confronti dell’assessora – dice a MeridioNewspenso che si debba dimettere, specie se non si sente o non è in grado di fare il suo lavoro. È una mancanza di rispetto nei confronti di tutto il parlamento».


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