«Se qualcuno aveva dei dubbi sulle anomalie che hanno contraddistinto la vicenda della verifica contabile svolta dal ministero dell’Economia e delle finanze al Comune di Palermo, basta andare a vedere il carteggio che lo stesso ministero ha intrattenuto con la Corte dei Conti e con il ministero dell’Interno nel 2010 proprio sulla regolarità della gestione del Coime da parte del Comune di Palermo. Se ne evince che evidentemente al ministero c’è una mano destra che non sa o fa finta di non sapere cosa fa la sinistra, e forse nemmeno ciò che fa la mano… destra». Ancora una volta, il sindaco Leoluca Orlando torna in maniera polemica sulla vicenda che vede i conti dell’amministrazione da due anni sotto la lente di ingrandimento da parte della Corte dei Conti. Stavolta, tocca all’ultima nota del ministero del Mef nella quale si parla del personale del Coime – Coordinamento degli interventi di manutenzione edile, assunto in virtù di una legge nazionale con il contratto dell’edilizia e non con quello degli enti locali -, come di personale «eccedente».
Il riferimento di Orlando alla Corte dei Conti è quello alla sentenza della stessa Corte del mese di novembre del 2010 con la quale veniva conclusa una indagine sui Comuni del capoluogo siciliano, Napoli e sulla Provincia di Napoli relativamente all’utilizzo di alcune somme nazionali. E per l’ente guidato dal professore, si trattava proprio delle somme relative al Coime. Nella relazione dei giudici contabili (le Sezioni riunite di Roma) si legge che «il Comune di Palermo ha adottato misure organizzative nuove per assicurare la conforme gestione delle somme ricevute agli scopi previsti dalla legge», e si sottolinea che il ministero dell’Interno e il Comune avevano all’epoca adottato «delle misure consequenziali» e che addirittura lo stesso ministero delle Finanze, a seguito dell’indagine, aveva istituito un apposito capitolo di spesa relativo ai contributi erogati all’amministrazione palrmitana.
Già all’epoca, la Corte dei Conti sottolineava come «con il Comune di Palermo non si è resa necessaria la convocazione di apposito incontro, in quanto l’Ente ha assicurato che avrebbe operato in conformità alle osservazioni della Corte», e che «l’Amministrazione ha di fatto posto le basi per dotare tale struttura edile di un vero e proprio piano industriale, ovviamente nei limiti delle potenzialità proprie di un Ente pubblico». E ancora, di fronte «ad affermazioni così chiare e nette, che furono mandate dalla Corte anche ai Ministeri dell’Interno e dell’Economia, che ci sia ancora chi ha voglia di ‘verificare‘ è sempre legittimo, ma che lo faccia ignorando il passato è sicuramente grave, se non sospetto».
Vale la pena, però, far notare che nella nota i tecnici del ministero, nonostante il plauso per il lavoro compiuto dagli uffici – «il Comune di Palermo – si legge nella nota – ha adottato, al contrario di Napoli e Provincia, un modulo operativo il quale, almeno in astratto, corrisponde ai canoni della sana gestione, discostandosi sensibilmente dai moduli operativi censurati da questa Corte» – sottolineavano anche che «rimane da verificare se il nuovo modulo adottato sia correttamente attuato dalle strutture interessate, in modo da assicurare una esauriente rendicontazione delle risorse ricevute».
Intanto l’opposizione torna ad alzare le barricate: «Orlando continua a distrarre l’attenzione per sfuggire alle sue responsabilità, ma oramai siamo arrivati al giro di boa – attacca il leader dell’opposizione a Sala delle Lapidi, il consigliere Fabrizio Ferrandelli – I numeri parlano chiaro e quando c’è un’ispezione di organismi terzi, bisogna fare sul serio: servono dei correttivi veri. Lo attendo in Consiglio martedì prossimo per approfondire questa vicenda su cui ho le idee molto chiare, perché gettare ombre sul ministero delle Finanze e sugli ispettori di Stato mi sembra veramente eccessivo».
Per il leader dei Coraggiosi, che recentemente ha aderito al movimento +Europa, quindi, «dovrebbe essere proprio il sindaco a confrontarsi su questa questione nel merito. Insieme, possiamo operare dei correttivi per superare queste criticità. Così come abbiamo fatto con i disallineamenti: come opposizione non siamo arretrati di un passo finché anche il sindaco si arreso stralciando 50 milioni di euro di debiti. Ormai l’aspetto al varco da mesi – conclude – basta parlare di complotti, semmai parliamo di numeri e provvedimenti reali. Al di là della sua retorica, la strategia dello spostare l’attenzione non funziona più».
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