Rifiuti in Sicilia: i grandi affari in barba alle leggi che mettono a rischio ambiente e salute

LA DENUNCIA DI DUE ESPONENTI DI ITALIA DEI VALORI – NINO ALESSI E SALVATORE MAMMOLA – CHE, PARTENDO DA UN’INTERROGAZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, RACCONTANO L’INCREDIBILE STORIA DI OTTO IMPIANTI PREVISTI IN OTTO AREE PROTETTE DELLA NOSTRA ISOLA IN BARBA ALLE LEGGI! C’E’ LAVORO PER IL NEO ASSESSORE REGIONALE, SALVATORE CALLERI

Un allarme per la gestione dei rifiuti in Sicilia arriva da Italia dei Valori. Nino Alessi (vicesegretario regionale) e Salvatore Mammola (coordinatore di Messina) dichiarano: “Questa vicenda merita una particolare attenzione perché descrive in maniera inequivoca che nel campo della raccolta e della gestione dei rifiuti in Sicilia vi sono evidenti e palesi illegalità che vanno immediatamente fermate. Speriamo che gli organi amministrativi, ai diversi livelli, intervengano per ripristinare il rispetto delle leggi e delle normative”.

Insomma, per il neo assessore all’Energia, Salvatore Calleri, arriva il battesimo del fuoco. Già da oggi dovrebbe iniziare a prendere visione degli imbrogli che caratterizzano questo settore nevralgico della Sicilia.

I due esponenti politici citano un’interrogazione al Consiglio e alla Commissione europea presentata dall’europarlamentare Giommaria Uggias. 

“Il Piano Regionale per la gestione dei rifiuti in Sicilia – scrivono Alessi e Mammola – che prevede l’allestimento di 23 impianti per lo smaltimento dei rifiuti, è stato approvato con il Decreto dell’11 luglio 2012, dal Ministero per l’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare (MATTM). Nessuno di questi impianti è indicato nel suddetto Piano come ‘interferente’ in alcun modo con siti appartenenti alla Rete Natura 2000 o aree protette di qualunque genere”.

Questo Piano, per la cronaca, venne approvato, in fretta e furia negli ultimi giorni del Governo regionale di Raffaele Lombardo. Siglato a Roma tra il rappresentanti del Governo dell’Isola e il Governo Monti. Tra le trovate ‘geniali’ di questo Piano, anche la combustione dei rifiuti nelle cementerie siciliane, per fortuna mai messa in atto.

“Il Decreto di approvazione – si legge sempre nel comunicato di Italia dei Valori – ha prescritto anche che venga effettuata la Valutazione Ambientale prevista dalla Direttiva 42/2001/CE (indicata come Valutazione Ambientale Strategica, VAS, nella normativa italiana). Da un raffronto del Piano con la Valutazione Ambientale Strategica, avviata dalla Regione Sicilia il 30 dicembre 2013, emerge invece che ben 8 impianti su 23 avrebbero interferenze dirette o indirette con aree protette, siano esse Siti di Importanza Comunitaria (SIC), Zone di Protezione Speciale (ZPS), Important Bird Areas (IBA), Riserve Naturali o Parchi”.

Insomma, 8 di questi centri dovrebbero vedere la luce in aree protette della Sicilia. Una follia!

“Per la precisione – leggiamo sempre nel comunicato di Italia dei valori – di 8 impianti:

– 3 ricadono nella ZPS/IBA dove è collocata la discarica di Bellolampo (Palermo) con già gravi problemi anche e soprattutto sanitari;

– uno ricade in una ZPS dalle parti di Pace del Mela, in provincia di Messina, a due passi da una vecchia discarica mai bonificata, senza Valutazione di Incidenza, ma semplice screening;

– uno ricade in IBA che diventerà a breve ZPS (Timpazzo, Gela) con Valutazione di Incidenza difforme da quanto richiesto dall’Allegato G della Direttiva 92/43/CE e norme italiane di recepimento;

– uno interferisce con IBA, ZPS, SIC e Parco delle Madonie, dalle parti di Castelbuono;

– uno interferisce con una Riserva e IBA a Sciacca, in provincia di Agrigento;

– l’ultimo, l’impianto di compostaggio a Messina, in ZPS, non prevede la Valutazione di Incidenza”.

A questo punto arriva la parte più grave di questa denuncia: “Di questi impianti, ben 2 – Messina, Gela – sono andati a gara, con fondi comunitari, lo stesso giorno dell’avvio della procedura preliminare di VAS, in violazione anche delle norme di tutela dello Stato italiano”.

Il dottore Marco Lupo, dirigente generale della regione e Commissario unico dei rifiuti in Sicilia non sa nulla di questa storia?

“Presumiamo che il Ministero dell’Ambiente abbia approvato il Piano perché non era stato informato che vi erano tali interferenze – sottolineano i due esponenti di Italia dei Valori – rivelate solo a procedura preliminare VAS avviata contemporaneamente alle gare per la realizzazione degli impianti in contrasto con le norme vigenti. Su questo tema il parlamentare europeo Uggias di Italia dei Valori ha presentato una interrogazione che potere leggere di seguito:

Con Decreto dell’11 luglio 2012, il Ministero per l’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ha approvato il “Piano Regionale per la gestione dei rifiuti in Sicilia”, che prevede l’allestimento di 23 impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Nessuno di questi impianti è indicato nel suddetto Piano come “interferente” in alcun modo con siti appartenenti alla Rete Natura 2000 o aree protette di qualunque genere.

Il decreto di approvazione ha prescritto anche che venga effettuata la Valutazione Ambientale prevista dalla Direttiva 42/2001/CE (indicata come Valutazione Ambientale Strategica, VAS, nella normativa italiana).

Da un raffronto del Piano con la Valutazione Ambientale Strategica, avviata dalla Regione Sicilia il 30 dicembre 2013, emerge invece che ben 8 impianti su 23 avrebbero interferenze dirette o indirette con aree protette, siano esse Siti di Importanza Comunitaria (SIC), Zone di Protezione Speciale (ZPS), Important Bird Areas (IBA), Riserve Naturali o Parchi.

Per la precisione, di 8 impianti, 3 ricadono nella ZPS/IBA dove è collocata la discarica di Bellolampo (Palermo) con già gravi problemi anche e soprattutto sanitari; uno ricade in ZPS, sotto vecchia discarica mai bonificata, senza Valutazione di Incidenza ma semplice screening (Pace, Messina); uno ricade in IBA che diventerà a breve ZPS (Timpazzo, Gela) e Valutazione di Incidenza difforme da quanto richiesto dall’Allegato G della Direttiva 92/43/CE e norme italiane di recepimento; uno interferisce con IBA, ZPS, SIC e Parco (Castelbuono, Palermo); uno interferisce con una Riserva e IBA (Sciacca, Agrigento); l’ultimo, l’ impianto di compostaggio a Messina, in ZPS, non viene previsto di essere sottoposto a Valutazione di Incidenza.

Di questi, ben 2 (Messina, Gela) sono andati a gara, con fondi comunitari, lo stesso giorno dell’avvio della procedura preliminare di VAS, in violazione anche delle norme di tutela dello Stato Italiano. Si ravvisa che il Ministero dell’Ambiente abbia approvato il Piano, perché non era stato informato che vi erano tali interferenze, rivelate solo a procedura preliminare VAS avviata contemporaneamente alle gare per la realizzazione degli impianti in contrasto con le norme vigenti.

Alla luce di quanto sopra esposto, si chiede alla Commissione:

– se sia a conoscenza del coinvolgimento di aree rientranti nella rete di Natura2000 nel Piano Regionale per la gestione dei rifiuti in Sicilia, la cui procedura VAS è stata avviata il giorno stesso del bando di gara per ben due impianti interferenti con la Rete Natura 2000, con fondi comunitari e senza il rispetto delle norme comunitarie e nazionali:

– se sì, quali informazioni sono state fornite dallo Stato Italiano;

– in ogni caso, quali azioni intende adottare per la tutela delle suddette aree.

Nota a margine 

Noi invitiamo gli esponenti di Italia dei Valori a non mollare la presa e a seguire questa vicenda. LinkSicilia metterà a disposizione a disposizione tutto lo spazio disponibile per denunciare chi specula sull’emergenza rifiuti in Sicilia. E, soprattutto, per fare venire fuori le mistificazioni.

 


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