Massimiliano Pace, 48enne di Marsala, scompare il 10 aprile del 2017 a causa di uno choc settico. Visitato prima al pronto soccorso locale e poi all'ospedale di Trapani, viene trasferito in elisoccorso al Civico, dove subisce due interventi, ma è ormai troppo tardi
Ricoverato per un ascesso, muore per setticemia Concluse indagini avviate da procura di Palermo
«Solo adesso vi renderete conto di cosa vi scarico addosso. Manca poco, manca meno». Sono parole piene di dolore e di rabbia quelle che Gianluca Pace ha affidato ai social in questi giorni. Questo mercoledì, infatti, sono stati due anni esatti dalla morte del fratello Massimiliano, scomparso improvvisamente a 48 anni. Originario di Marsala, l’uomo viene trasferito in elisoccorso dall’ospedale di Trapani, dove era ricoverato per curare un ascesso dentale, al reparto di Rianimazione del Civico di Palermo per salvarlo da una grave setticemia. Ma non c’è nulla da fare, e Massimiliano muore, lasciando un figlio di appena 14 anni. A due anni da quella morte assurda, la procura di Palermo ha chiuso le indagini a carico di alcuni sanitari che hanno curato la vittima.
Tutto comincia il 24 marzo del 2017: Massimiliano Pace si reca al pronto soccorso dell’ospedale Paolo Borsellino di Marsala per curare un ascesso che non era guarito malgrado le cure prescritte dal medico di famiglia. All’ospedale lo visitano e gli prescrivono una nuova terapia da seguire, fissando un nuovo appuntamento di controllo per il 29 marzo. Ma le sue condizioni peggiorano ed è costretto a tornare in ospedale due giorni dopo. Ma ancora una volta solo una visita e le dimissioni, con l’unica raccomandazione di proseguire la terapia in pillole. Massimiliano però continua a stare male, ha una febbre alta che non lo lascia da giorni. A questo punto i medici del Paolo Borsellino lo spostano all’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani per fare degli esami di approfondimento. Le sue condizioni però continuano a precipitare rapidamente, respira con difficoltà e sviluppa un edema.
I medici proseguono le cure antibiotiche, ma decidono la mattina dopo di trasferirlo in elisoccorso al Civico di Palermo. Ma la situazione è ormai drammatica, l’ascesso di Massimiliano si è trasformato in una setticemia. Nel nosocomio palermitano il 48enne subisce due interventi che, purtroppo, si rivelano vani. Muore il 10 aprile 2017, dopo giorni di sofferenza, per choc settico. La famiglia è incredula, piena di perplessità e di domande. Si può morire in questo modo per un ascesso dentale? Presentano un esposto-querela, nella speranza che si faccia piena luce su cosa abbia effettivamente portato alla morte Massimiliano. Viene aperta un’inchiesta, giunta adesso alle battute finali e che descrive, sulla base di perizie e approfondimenti, un contesto in cui il malore lamentato dall’uomo sarebbe stato sottovalutato sul nascere dai medici. Giudizi superficiali delle sue condizioni che avrebbero, di conseguenza, impedito di riconoscere in tempo i sintomi della setticemia in corso e di agire, quindi, nella maniera più adatta.