Carmelo Isgrò si è fatto promotore di un'iniziativa che punta a realizzare un museo del mare, partendo da una tragedia. Era giugno 2017 quando al largo delle Eolie è stato avvistato in difficoltà l'animale, ribattezzato Siso. Lanciata una raccolta fondi
Ricostruire lo scheletro di un capodoglio spiaggiato Biologo: «Ricordare che è morto a causa dell’uomo»
Siso Project è il nome di un’iniziaTIva che ha come filo conduttore il volere trovare sempre, in ogni cosa che accade, anche la più brutta, il lato positivo. A proporla è Carmelo Isgrò, biologo milazzese che lunedì è stato ospite dalla trasmissione in onda su Raitre Geo&geo e ha lanciato la sua iniziativa per valorizzare lo scheletro del capodoglio spiaggiato il 23 giugno del 2017. Ha avviato una campagna di raccolta fondi per la ricostruzione ed esposizione delle ossa dell’animale morto a causa di una rete illegale a largo delle Isole Eolie. «Ricordo ancora quando mi chiamarono per segnalare che c’era quel bellissimo animane in difficoltà – ricorda Isgrò -. Purtroppo il mammifero è morto a causa di una rete che si è impigliata nella pinna caudale impedendogli di pescare in profondità». Una morte brutale causata dall’uomo. «Ho deciso che non potevo stare con le mani in mano, dovevo fare qualcosa. Il modo migliore era quello di recuperare le ossa e dargli una seconda vita musealizzandole e facendo vedere a tutti cosa era successo».
Cominciano così le operazioni di recupero in condizioni non ottimali, perché il corpo era ormai in decomposizione. In soli 15 giorni il biologo ha recuperato lo scheletro anche grazie a un suo amico Francesco Vece. Quest’ultimo qualche giorno dopo è morto in un incidente stradale. «Ho deciso che questo progetto che avevamo condiviso avrebbe dovuto portare il suo nome, anzi il soprannome con il quale tutti lo conoscevano: Siso». Nemmeno a dirlo la sua iniziativa ha subito raccolto consensi. E in soli due giorni sono stati raccolti quattromila euro. Ne servono però diecimila per riuscire a realizzare il progetto che prevede l’allestimento di un museo del mare all’interno del Castello di Milazzo, frutto di un accordo della durata di cinque anni con l’amministrazione mamertina e l’associazione Dugongo Team, presieduta da Isgrò. A sostenere quest’iniziativa anche il fotografo Giuseppe La Spada, noto artista milazzese, da anni impegnato nel lanciare messaggi di protezione del mare attraverso le sue opere, che ha realizzato il video diventato virale sui social, in cui Carmelo spiega il perché di quest’iniziativa.
Il tam tam mediatico e il passaparola sta già portando buoni frutti, ma serve ancora uno sforzo per raggiungere l’obiettivo. L’allestimento nel Bastione di Santa Maria è a carico del sodalizio sportivo. «Dobbiamo acquistare i materiali necessari per ricostruire lo scheletro del capodoglio, ma anche le luci che illumineranno adeguatamente lo scheletro e la sala – prosegue -. Abbiamo previsto l’allestimento di una sala conferenze che verrà realizzato con materiale riciclato, un impianto di filodiffusione che riprodurrà il canto delle balene e l’amplificazione della sala conferenze». Insieme allo scheletro verranno esposte anche la rete che ha causato la morte del capodoglio e la plastica che Isgrò ha trovato nella sua pancia. «Deve essere chiaro per quali cause è morto – sostiene -, è stato l’uomo e solo educando le nuove generazioni a rispettare l’ambiente si può provare a cambiare qualcosa». Il biologo ha poi pensato di dare spazio a chi contribuirà al crowdfunding. «Le imprese o, in generale, i donatori che saranno stati più generosi avranno uno spazio di visibilità proporzionalmente all’entità della donazione – conclude Isgrò -. Sul sito internet dedicato al progetto vengono inseriti gli aggiornamenti dei lavori e verranno pubblicate le donazioni ricevute e contestualmente le spese sostenute per la realizzazione del progetto, per garantire la massima trasparenza». Per contribuire basta andare sul sito www.sisoproject.com e cliccare su donate.