Una mappatura dei beni in disuso e un regolamento specifico che ne stabilizzi l’utilizzo temporaneo. Attingendo all’esperienza e al contributo delle tante associazioni che negli ultimi anni si sono riappropriati di spazi pubblici inutilizzati, spingendo per il cambiamento. E’ il tema dell’incontro organizzato da Federarchitetti al Palazzo della cultura, cortile Platamone, a cui ha partecipato l’assessore al Patrimonio Giuseppe Girlando.
Il momento è stato molto partecipato, a dimostrazione di come in città abbia presa l’argomento della riqualificazione e riutilizzo di tutti quei beni, pubblici e privati, che tendono ad essere trascurati. Da anni sul territorio etneo – grazie alla caparbietà di singoli, associazioni e movimenti – è stato possibile fruire di luoghi che sembravano persi. Grazie a questi contributi la città si è riappropriata di piazze, beni d’interesse storico-culturale, palestre e monumenti.
In alcuni casi questi spazi sono stati occupati in modo illegittimo. Una scelta rivendicata con orgoglio da chi ha intrapreso questa strada, vista la finalità ultima che l’ha determinata. Adesso dall’assessorato al Patrimonio e da quello all’Urbanistica si prova a cercare nuove soluzioni. Come quella avanzata dall’assessore Girlando, che si è intestato il compito di creare una mappatura dei beni in disuso e la compilazione di un regolamento specifico per il loro utilizzo temporaneo.
«Quello del riuso temporaneo è un nuovo modo, forse l’unico, per riutilizzare le nostre risorse, che deve essere però regolamentato – ha dichiarato Girlando –. In Comune stiamo rivedendo l’utilizzo dei beni patronali, potremmo istituire una sezione ad hoc per questo aspetto». Si punta a un riuso degli spazi pubblici, concordato con l’ente pubblico, che cammini su binari di legalità. «La riqualificazione va di pari passo con il rispetto delle regole – ha continuato l’assessore – e l’occupazione non crea ricchezza. La codificazione sull’uso temporaneo potrà, invece, mettere in circolo risorse economiche per dare beneficio alla comunità. In questo modo otterremo risorse senza disperdere il patrimonio e creando integrazione sociale».
L’accento sui vari rovesci della medaglia che caratterizzano – e lo hanno fatto anche in passato – l’attenzione comunale sui beni dismessi, è stato posto da Salvo Grillo, avvocato esperto anche in rapporti tra amministrazione e cittadinanza attiva. «I beni su cui agiamo hanno comunque una proprietà pubblica – ha ragionato Grillo – per questo gli stessi beni possono essere messi in bilancio dall’amministrazione in modo da permettere al Comune di contrarre debiti. Questo sistema ha poi fatto acqua. Ne abbiamo dimostrazione a Catania dal Palazzo Bernini in poi».
L’affidamento temporaneo del bene può rappresentare, secondo quanto evidenziato dall’avvocato, un modo per creare un nuovo welfare senza costi per l’amministrazione. «A Catania i creativi hanno cominciato a riappropriarsi degli spazi e il Comune ha ormai l’obbligo di assolvere a quanto previsto dal riformato articolo 118, che fonda il principio della sussidiarietà». Questo procedimento secondo Grillo non renderebbe una novità il regolamento (tra l’altro già esistente a Catania), ma ne snellirebbe il procedimento.
Punto che ha creato dibattito tra Grillo e l’assessore Girlando è il comportamento da assumere nel caso in cui un’associazione o un movimento occupante non voglia aderire al regolamento. Un esempio sembra essere il Teatro Coppola. In questo caso la soluzione data dall’avvocato è quello del laissez-faire, accompagnato da uno sforzo fatto dall’amministrazione di assumersi comunque l’onere del bene. «E’ in questo modo che si crea sviluppo», ha affermato Grillo concludendo il suo intervento. La risposta data da Girlando è andata in direzione opposta. «Il riuso non prevede la logica di esclusività di utilizzo degli spazi verso singoli, non si parlerebbe più di bene comune. L’affidamento deve essere valutato dalla collettività. Il bene non può essere occupato perché libero, va assegnato vagliando criteri pubblici».
Temporiuso, Gruppo Azione Risveglio (Gar), Palestra Lupo, Gammazita, Campo San Teodoro, Comitato Antico Corso, Officine Culturali sono state le associazioni e i comitati che, all’interno dell’appuntamento, hanno avuto la possibilità di comunicare la propria esperienza di riappropriazione del bene pubblico a favore della comunità catanese.
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