L'Autorità, che aveva scoraggiato regioni e province dall'attuare misure del genere, prende di mira il provvedimento di Musumeci e chiede informazioni a palazzo d'Orleans, che adesso avrà sette giorni per fornire una risposta
Regione, la lente del garante sul censimento dei vaccinati «Non ha base giuridica per introdurre limitazioni a libertà»
Primi guai dopo soli due giorni dall’emanazione per l’ordinanza del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci per il censimento dei vaccinati tra quanti lavorano nella pubblica amministrazione, del personale con mansioni di pubblica utilità, dei dipendenti sanitari e altre categorie a stretto contatto con il pubblico. La norma infatti è finita sotto la lente del Garante per la privacy che ha «aperto un’istruttoria» sulla vicenda.
«L’Autorità ha richiesto informazioni utili alla Regione, che ha sette giorni per rispondere». Il provvedimento prevede per quanti non siano ancora vaccinati un primo richiamo: l’invito a provvedere, altrimenti la richiesta ai datori di lavoro è di assegnare i soggetti che non intendono farsi somministrare il vaccino anti Covid-19 a mansioni che non prevedano il contatto col pubblico.
«L’ordinanza di un presidente regionale o provinciale – spiega il Garante – non rappresenta valida base giuridica per introdurre limitazioni a diritti e libertà individuali che implichino il trattamento di dati personali, che ricade nelle materie assoggettate a riserva di legge statale». E ancora: «Il Garante della privacy ha già invitato regioni e Province autonome a soprassedere dall’adottare o dare attuazione a iniziative territoriali che prevedano l’uso dei certificati vaccinali, per finalità ulteriori e con modalità difformi rispetto a quelle previste dalla legge nazionale».