È stato sottoscritto oggi all’Aran Sicilia il nuovo Contratto collettivo di lavoro dei dirigenti della Regione Siciliana. «Finalmente», è il commento a caldo della Cisl Fp Sicilia. «Abbiamo sanato un’ingiustizia che durava da più di 16 anni e che mortificava la dignità professionale di un’intera categoria di lavoratori, unica in tutta la pubblica amministrazione italiana a scontare un ritardo così grave nel rinnovo delle condizioni economiche e giuridiche», dicono Paolo Montera, segretario generale della Cisl Fp Sicilia, il responsabile della dirigenza, Paolo Luparello, e il responsabile dei dipendenti regionali, Fabrizio Lercara.
«Il nostro lavoro ovviamente non finisce qui – precisano i sindacalisti della Cisl -. Ora vigileremo affinché si proceda speditamente con la necessaria e improcrastinabile riclassificazione di tutto il personale regionale, un obiettivo divenuto ancora più urgente dopo la cancellazione della riserva per gli interni nei bandi di concorso pubblicati dalla Regione in Gurs lo scorso 29 dicembre – aggiunge – Se non otterremo riscontri nel breve periodo, non esiteremo a proclamare lo stato di agitazione».
Il ruolo centrale della pubblica amministrazione per la ripresa post-Covid della Sicilia «non può essere sottovalutato – conclude il segretario generale della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio -. Chiediamo al governo regionale che si attivi immediatamente per sciogliere tutti i nodi che impediscono alla macchina amministrativa di funzionare nel migliore dei modi, così da fornire risposte celeri ed efficaci ai cittadini e alle imprese».
L’accordo, però, non soddisfa pienamente Cisal. «Viene mantenuta la terza fascia e si dà ancora troppo potere ai dirigenti generali – si legge in una nota congiunta di Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Csa-Cisal che hanno firmato il rinnovo del Ccrl 2016-18 -, ma che ha quantomeno il merito di sbloccare una vicenda che si trascinava da anni». Inoltre fare storcere il naso alla sigla sindacale ci sarebbero altre carenze. «Abbiamo ribadito la nostra contrarietà alla mancata estensione delle ferie solidali all’assistenza dei coniugi, alla decisione di non delegare per carenza di organico alcune competenze ai dipendenti e alla scelta di ridurre la durate del confronto con le organizzazioni sindacali – continua la nota di Badagliacca e Lo Curto – ma adesso vogliamo che si appuri di chi sia la responsabilità della mancata certificazione da parte della Corte dei Conti che ha costretto a rendere operativo solo oggi un contratto definito già da due anni – concludono i sindacalisti – Chiediamo inoltre che partano subito le trattative per il nuovo contratto».
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