Reddito di cittadinanza, i Caf siciliani presi d’assalto Cisl: «Per modelli Isee richieste aumentate del 40%»

Non si può certo dire che sia la quiete prima della tempesta. Nella seconda Regione più grande per bacino di potenziali beneficiari del reddito di cittadinanza, è corsa contro il tempo in attesa del 6 marzo, data in cui sarà possibile presentare domanda per avere accesso alla misura di contrasto alla povertà. Così, mentre non è ancora chiaro quando sarà siglata la convenzione ministeriale coi Caf (dai quali, al momento, non è possibile inoltrare direttamente la domanda), è proprio ai centri di assistenza fiscale distribuiti nel territorio che gli utenti si rivolgono per preparare la documentazione necessaria alla compilazione di accesso al reddito di cittadinanza. Tra cui, appunto, il modello Isee, il primo (ma non unico) requisito richiesto. 

Nei Caf gestiti in Sicilia dai maggiori sindacati (Cgil, Cisl e Uil) nei primi 40 giorni dell’anno – al netto della pausa natalizia – le pratiche Isee espletate hanno già superato quota 55mila. Non che ciascun Isee si trasformi automaticamente in reddito di cittadinanza ma, comunque, si tratta di un incremento significativo. «Nei nostri Caf – racconta a MeridioNews il segretario della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo – sono stati oltre 24mila gli Isee compilati da inizio anno, parliamo di un incremento di quasi il 40 per cento rispetto all’intero scorso anno».

Anche in casa Cgil le pratiche espletate salgono a quota 20.500 nei primi 40 giorni dell’anno, mentre nei Caf della Uil – presenti nelle province di Palermo, Messina, Siracusa e Ragusa – si registra un lieve incremento del dieci per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per un totale di oltre 11mila pratiche espletate. «Abbiamo richiamato tutto il personale che potevamo richiamare – spiega Claudio Barone della Uil – ma, tutto sommato, stiamo gestendo i flussi».

Flussi che spesso si incrociano, negli uffici che ospitano sia Caf che Patronati, con le pratiche legate a Quota 100, mandando nel caos diversi uffici. Questo emerge dalle parole di chi nei centri di assistenza fiscale lavora quotidianamente, che racconta una «confusione totale», soprattutto da quando, appena qualche giorno fa, sono stati trasmessi i facsimile dei moduli di richiesta di accesso al reddito di cittadinanza. Così anche gli operatori del settore sollevano dubbi, come nel caso dei detenuti ed ex detenuti che saranno esclusi dalla misura di contrasto alla povertà. «L’esclusione – si chiede Vincenzo, che lavora in un Caf – riguarderà l’intero nucleo familiare o soltanto il componente che è stato sottoposto a misura detentiva?».

E ancora, «dato che il reddito è una misura familiare – incalza Giovanni, anche lui operatore in un Caf – che comporta l’inclusione nei servizi sociali e nell’avvio al lavoro di tutti i componenti disoccupati di quel nucleo familiare, che succede dal momento in cui un componente trova lavoro? La misura viene congelata? Continua a essere erogata? E, se sì, viene erogata per intero o soltanto in parte?». Dubbi rispetto ai quali la confusione è ancora tanta. Mentre il conto alla rovescia in vista del 6 marzo è sempre più breve.


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