I lavoratori si erano resi portagonisti del furto di carburante e di altri beni all'interno dell'autoparco aziendale di Brancaccio. Sono stati condannati al pagamento delle spese processuali. Dolce: «Un plauso all'attività dell'Ufficio legale». Orlando: «Così si tutela chi lavora onestamente»
Rap: respinti i ricorsi di due dipendenti infedeli La Corte d’appello conferma i licenziamenti
La Corte di Appello di Palermo – sezione Lavoro – ha rigettato i ricorsi presentati da due dipendenti Rap che erano stati licenziati dall’azienda perchè, il 17 dicembre 2013, avevano compiuto furti reiterati di carburante e avevano sottratto beni aziendali all’interno dell’autoparco dell’azienda nel quartiere Brancaccio. La legittimità dell’espulsione è stata confermata dalla Corte in quanto «l’unica proporzionata all’effettivo disvalore delle condotte ed idonea ad assicurare il ripristino delle condizioni di regolare funzionamento dell’organizzazione produttiva dell’impresa». In questo caso la Corte, presieduta dal Giudice Fabio Civiletti, ha ribaltato l’esito del primo grado di giudizio riformando l’ordinanza emanata dal giudice di I grado.
Per il secondo dipendente la Corte d’Appello ha confermato le precedente risultanze giudiziali, favorevoli alla Rap, affermando che: «La Sentenza impugnata resiste a tutte le censure mosse e va integralmente confermata». Col dispositivo di entrambe le sentenze, gli stessi dipendenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali, che ammontano per il primo caso a 10000 euro e per il secondo a 4500 euro. «Queste sentenze – spiega il presidente della Rap Roberto Dolce – sono un ulteriore risultato della professionalità dell’Ufficio legale della Rap e conferma, ancora una volta, il legittimo comportamento dell’azienda ispirato al rigoroso controllo dell’operato dei propri dipendenti».
Per il sindaco Leoluca Orlando: «Si afferma sempre più l’azione politica e amministrativa a tutela della legalità, che è tutela di servizi ai cittadini e di dignità della stragrande maggioranza di lavoratori che fanno il proprio dovere