A metterlo nero su bianco, è la Terza commissione consiliare che, in una nota indirizzata al presidente Musumeci accusa l'esecutivo di «non aver fatto abbastanza per completare in tempo l’ampliamento della vasca ormai satura e la realizzazione della settima»
Rap, giunta approva il budget ma mancano 11 milioni «Regione paghi i costi legati a chiusura Bellolampo»
Conti appesi a un filo per la Rap, alle prese con un buco da 11 milioni di euro dopo la chiusura di Bellolampo. Eppure solo pochi pochi giorni fa, esattamente il primo di agosto, la giunta comunale ha dato il via libera, con numerose delibere, al nuovo contratto di servizio, al piano industriale e a quello di fabbisogno del personale dell’azienda di pizzetta Cairoli. Approvato anche il budget per il 2019 ma proprio la ratifica di quest’ultimo , in un certo senso, congelata per via dell’emorragia dei conti a causa dello stop al conferimento della sesta vasca, da mesi in esaurimento, e dal relativo trasferimento dei rifiuti in altri siti siciliani. Il tutto con un costo straordinario di circa 110-120 mila euro al giorno che, entro la fine dell’anno, porterebbero la spesa a circa 10-11 milioni di euro. Da qui, l’appello di Palazzo delle Aquile alla Regione affinché copra con risorse aggiuntive i costi di trasporto non previsti in bilancio.
A metterlo nero su bianco, è la Terza commissione consiliare del Comune che il 2 agosto, con una nota indirizzata al presidente della Regione Nello Musumeci, ricorda come malgrado la chiusura della sesta vasca era un fatto non più rinviabile, «non si sarebbe fatto abbastanza per completare in tempo l’ampliamento della stessa e la realizzazione della settima». Più nel dettaglio, per i componenti della commissione Partecipate, l’emergenza attuale non può che ritenersi un effetto dell’assenza di impiantistica adeguata, «specie ove si osservi che l’intero procedimento di realizzazione della VII vasca, unitamente al finanziamento pubblico, al tempo stanziato per tale scopo, è ab origine in capo alle Regione siciliana a cui esclusivamente compete l’adozione di ogni atto atto inerente».
Dopo un articolato iter procedurale, ricordano ancora i membri della Terza, solo a luglio 2019, con la VI già esaurita il Rup, nominato dalla Regione, ha comunicato che «il primo settore della sesta vasca non potrà essere pronto che per maggio 2020, con quasi un anno e mezzo di ritardo rispetto alle previsioni». Seguendo questo ragionamento, «il Comune di Palermo e la Rap si trovano onerati ad individuare soluzioni alternative gravose non solo in termini economici, ma anche ambientali». Con l’emanazione del DDG 794/2019, la Regione ha disposto il trasferimento dei rifiuti in tre discariche siciliane, fatto salvo il pretrattamento che continuerà ad essere effettuato a Bellolampo attraverso il Tmb, e i quantitativi da smaltire sono stimati in circa 850 tonnellate giornaliere.
Sotto il profilo economico, tale situazione determinerà per Rap «extra costi che dovrà anticipare per scongiurare il blocco dei servizi di igiene nella città stimati in circa 10-11 milioni circa per i quali dovrà essere reperita e messa a adeguata fonte extra-ordinaria che non incida sugli attuali equilibri di bilancio del Comune». Il documento si conclude così l’appello al sindaco e alla giunta a proseguire con azioni nei confronti della Regione «affinché si faccia carico dei costi di trasferimento e conferimento dei rifiuti fino alla realizzazione del primo lotto della VII vasca».
Nel frattempo, la giunta ha approvato il budget 2019 che, se non si tiene conto degli 11 milioni , migliora seppur di poco rispetto al biennio precedente. Il risultato di gestione è in positivo di 58.154 euro con una differenza tra valore della produzione e costo della produzione di 939.033 euro, in netto miglioramento rispetto al consuntivo 2017 (-909.452 euro) e al preconsuntivo 2018 (-16,2 milioni). Una perdita, quella del 2018, che, per quanto negativa, il collegio sindacale ritiene eccezionale e dalla portata temporanea e non durevole. Rimane il nodo dei costi aggiuntivi: il Comune difficilmente potrà raggranellare altre risorse tra le pieghe del bilancio: la legge non lo consente perché le spese per il servizio di igiene ambientale andrebbero tutte coperte obbligatoriamente con la Tari. E difficilmente il quadro potrà cambiare, a meno di colpi di scena anche se, nei prossimi giorni, dovrebbe essere in programma un incontro tra Comune e Regione.