Raid Usa in Libia, si prepara la base di Sigonella Gentiloni: «Valuteremo richieste, poi decisione»

L’ultima mossa nello scacchiere del conflitto contro il Califfato nero sono gli attacchi mirati in Libia. I primi aerei senza pilota sono partiti dalla basi americane in Giordania e dalle navi dislocate nel mare Mediterraneo. I droni armati però potrebbero partire alla volta degli obiettivi di Sirte anche da Sigonella. La postazione siciliana della Nato potrebbe così ritagliarsi un ruolo decisivo nella guerra al jihadismo. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni per il momento prende tempo, nonostante i preparativi sarebbero in corso. «Valuteremo se ci saranno richieste – spiega durante la trasmissione televisiva Uno Mattina -, naturalmente se prenderemo decisioni informeremo il parlamento». 

L’intervento americano in Libia è stato commentato in queste ore anche dal presidente del consiglio presidenziale libico Fayez al Sarray. Attraverso la televisione Al Jazeera ha spiegato che la richiesta d’attacco è stata fatta «nell’ambito della cooperazione internazionale contro il terrorismo». Un supporto che viene dato per «fare fronte alle esigenze delle milizie impegnate sul campo, in una fase critica e per evitare ulteriori spargimenti di sangue delle nostre forze e dei civili». L’Isis sarebbe asserragliato in alcune zone della città marina, già liberata dalle forze libiche nel 2015 e poi riconquistata in parte dai miliziani del sedicente Stato islamico. L’utilizzo dei droni è confermato dallo stesso Sarray: «Per colpire gli obiettivi c’è bisogno di bombe telecomandate in possesso degli Stati amici».

I toni sono gli stessi anche per il ministro Gentiloni: «La cosa che gli italiani devono sapere – spiega – è che si tratta di interventi mirati contro le posizioni di Daesh attorno a Sirte. Credo sia un fatto molto positivo che gli americani abbiano deciso di intervenire. Inoltre la Libia è potenzialmente ricchissima e ci interessa che torni a essere un Paese ricco di possibilità», ha concluso il ministro. Per il momento non ci sono conferme sull’eventuale ruolo diretto che l’Italia potrebbe assumere nel conflitto.


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