Ragusa: studenti e docenti hanno discusso della riforma

Lunedì 17 ottobre docenti e studenti della Facoltà di Lingue e Letterature straniere della sede di Ragusa si sono riuniti per analizzare e discutere insieme della situazione attuale dell’università italiana, che non è delle più felici. L’incontro è nato dal bisogno da parte degli studenti di capire e dalla voglia da parte dei professori di spiegare la loro protesta, motivata anche da una condizione di difficoltà generale della cultura nell’Italia di oggi.

I dati illustrati dal prof. Attilio Scuderi sono molto chiari: gli investimenti italiani diretti all’università sono insufficienti (facendo un confronto: Italia 1% del PIL, contro 2,4% media europea, 2,9% USA, 3,0% Giappone). Le conseguenze sono abbastanza gravi: mancanza di strutture (aule, laboratori, ecc…), abbondanza di precariato, scarsissimi finanziamenti per la ricerca.

La riforma cha tanto agita gli animi dei professori e dei ricercatori
peggiora la situazione, e in particolare punta ad un aumento del precariato. Questa tocca soprattutto noi studenti di oggi che vorremmo intraprendere un’attività di ricerca post-laurea, che altro non offre se non dieci anni al minimo di lavoro precario e mal retribuito. Verranno svantaggiati anche gli studenti del futuro, che frequenteranno una università scadente con insegnanti sempre meno motivati.

Ogni studente dovrebbe avere chiara questa situazione, ma molti non
sanno come affrontarla. L’assemblea svolta nella sede ragusana è un primo passo verso una collaborazione di docenti e studenti necessaria per cercare delle soluzioni. E’ stata avanzata una prima proposta: verranno raccolte le firme di tutti coloro nell’ateneo non vogliono mettere a tacere il proprio dissenso, queste firme verranno allegate ad una lettera che sarà rivolta a qualsiasi organo possa essere sensibilizzato.

Sembrerà poco, non mancheranno gli scettici convinti che non servirà a niente, ma l’importante è muoversi finchè c’è l’entusiasmo per farsi sentire e il rifiuto di subire mosse politiche che tarpano le ali del nostro futuro.


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