Il 7 dicembre Matteo Iannitti di Catania bene comune e il direttore di Iene sicule Marco Benanti dovranno presentarsi a piazza Verga, dopo la denuncia del primo cittadino per un comunicato sull'intercettazione tra lo stesso e l'editore Mario Ciancio Sanfilippo. «È un attacco intimidatorio», spiega il movimento
Querela Bianco, conferenza stampa di Cbc al Gapa «Sindaco affronta dibattito politico dentro tribunale»
La sede dell’associazione Gapa, nel cuore del quartiere di San Cristoforo, per fare il punto della situazione all’indomani della notizia relativa alla querela per diffamazione presentata da Enzo Bianco contro Matteo Iannitti e Marco Benanti. Da un lato il movimento politico d’opposizione Catania bene comune e il direttore del quotidiano Iene sicule, e dall’altro il sindaco della cittá. Il primo cittadino ha scelto di denunciare per un comunicato sull’intercettazione tra lo stesso e l’editore Mario Ciancio Sanfilippo. Una telefonata del 2013 finita nell’inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa a carico del proprietario del quotidiano cartaceo e svelata in esclusiva da MeridioNews.
La conferenza stampa inizia con i ringraziamenti di rito per poi si entrare nel merito. «Una cosa fastidiosa», la definisce Matteo Iannitti del movimento politico Catania bene comune, difeso dall’avvocato Pierpaolo Montalto. Accanto a lui l’altro denunciato Marco Benanti assistito dal legale Fabio Cantarella. «Quello di Bianco é un attacco intimidatorio. Lui non ha querelato qualcuno che lo ha insultato su Facebook. Siamo davanti a un sindaco che non affronta la politica con un confronto ma con la giustizia penale». Iannitti cita il monopolio dell’informazione e il giornalista Pippo Fava, per poi analizzare la scelta di Benanti, reo di avere diffuso il comunicato incriminato in forma integrale sulla testata giornalistica di cui è direttore.
Sulla querela si è già espresso il sostituto procuratore Angelo Brugaletra che ha chiesto l’archiviazione del caso. Passaggio che non ha convinto Bianco e il suo legale, il professore Giovanni Grasso, che hanno fatto opposizione alla richiesta del magistrato. «Il nostro comunicato è duro, lo ammetto, ma è quello di una forza d’opposizione. Siamo stanchi di una città che applaude sotto la lapide di Fava e poi chiude gli occhi sul sistema affaristico. Noi questo comunicato lo riscriveremo anche domani», conclude Iannitti. «Il palazzo identifica l’oppositore in una modalità molto da regime – gli fa eco Benanti durante il suo intervento-. Chi controlla l’attività amministrativa del Comune non è gradito in questa città».
L’ultimo a prendere la parola è l’avvocato Pierpaolo Montalto che decide di non entrare nel merito giuridico della querela: «Premetto che secondo me nessuno dei due ha commesso un reato ma le considerazioni le farò in udienza ma è chiaro che la politica andrebbe fatta fuori dal tribunale. Non voglio cadere nella trappola di mischiare questi due profili».