Quando la cultura è futuro

Si definiscono un «manipolo di trentenni» e scandiscono a voce alta uno slogan che – con l’anima disincantata di chi vive in un Paese come il nostro – può sembrare ardito. Il loro “motto” è: la cultura è futuro. Sono i giovani della casa editrice Villaggio Maori, gli organizzatori di DeScritto, «l’edizione zero» del festival dell’editoria indipendente che si terrà a Catania dal 5 al 7 novembre.

«Un’occasione da vivere “di persona” per sviscerare assieme forti questioni, da rilanciare nuovamente su un orizzonte che sembra aver dismesso dal proprio linguaggio – e quindi dalla mentalità – concetti necessari e fondanti come “cultura” e “futuro”» dichiarano gli organizzatori.

I temi che saranno trattati sono quelli che riempiono quasi ogni giorno i quotidiani, ma che raramente creano momenti di discussione costruttiva. «Un festival per riprenderci la meravigliosa Italia, pungolandola dai nervi più scoperti: i tagli alla Cultura e all’Istruzione, l’antimafia e la difesa dell’ambiente, il multiculturalismo e la libertà di stampa».

Tre giorni da vivere intensamente all’interno dell’ex Monastero dei Benedettini e dei suoi chiostri che, dopo tre lunghi anni, saranno riaperti al pubblico. Uno spazio per gli editori indipendenti, un caffè letterario, incontri e infine un happening saranno il fulcro di tutta la manifestazione.  

È domani è il titolo di una performance la cui sceneggiatura sarà scritta da chi vorrà rispondere alla domanda «la cultura è futuro?». In 140 caratteri fino a domenica 25, chi compilerà il form – dopo aver letto il manifesto di Descritto – potrà spiegare come e perché due concetti complessi come questi (e spesso così distanti) possano coesistere, vivere in simbiosi e creare un paese migliore.

A dare vita all’evento sarà l’attrice Lella Costa, in uno spettacolo che comprenderà anche fumetti e musica dal vivo. Tra i “complici” (così si sono definiti) di DeScritto che hanno sottoscritto il manifesto vi sono il compositore Mauro Pagani, il magistrato-scrittore Giancarlo De Cataldo, lo scrittore Umberto Fiori e Nando Dalla Chiesa. Per aggiungersi a loro bastano 140 caratteri, una misura a cui oggi siamo tutti abituati (un sms, un messaggio su twitter).

La cultura è futuro? Dite la vostra.


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